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Ecco la nuova bomba H che arriverà in Italia

Di Stefania Maurizi

Pubblicato su espressonline, 20 gennaio 2016

(http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/01/20/news/ecco-la-nuova-bomba-h-che-arrivera-in-italia-1.247276?ref=twhe)

E' precisa e devastante. Può penetrare completamente nel suolo per distruggere i tunnel e le costruzioni sotterranee più resistenti. E' la nuova bomba all'idrogeno “B61-12”, l'ordigno con cui gli Stati Uniti rimpiazzeranno le vecchie armi nucleari americane presenti in Europa e quindi anche quelle che si trovano in Italia.

A rivelare che gli Usa hanno testato una “finta” copia della nuova bomba all'idrogeno (o bomba H) B61-12 è stato una settimana fa il New York Times , che ha pubblicato un video della simulazione e l'allarme lanciato dagli esperti, che denunciano come l'ambizioso piano di ammodernamento degli arsenali nucleari americani - di cui la nuova B61-12 è il prodotto - costerà la folle cifra di circa mille miliardi di dollari nei prossimi trenta anni, innescherà una nuova corsa agli armamenti e rischia di sdoganare, per la prima volta dopo Hiroshima e Nagasaki, l'uso delle armi nucleari in combattimento.

DAL DESERTO ALL'ITALIA

Il test che si vede nel video è stato condotto nel deserto del Nevada, ma non si tratta di un test nucleare: gli Usa non hanno fatto esplodere una B61-12 dotata di carica nucleare, semplicemente perché dal 1992 gli Stati Uniti aderiscono alla moratoria dei test atomici. Ma la “finta” B61-12 usata nella simulazione si rivela molto precisa e in grado di sparire completamente nel sottosuolo, due caratteristiche importanti, perché ad oggi gli ordigni nucleari non sono mai stati concepiti per essere precisi, essendo armi di distruzione di massa costruite per sterminare intere popolazioni, e la capacità di penetrare in profondità nel sottosuolo è una delle ossessioni del Pentagono, che dall'Iraq, all'Iran alla Corea del Nord, è alla ricerca di sistemi efficaci per distruggere i bunker sotterranei dove “gli stati canaglia” nascondono le strutture militari più delicate per proteggerle dai bombardamenti.

E' praticamente certo che la B61-12 arriverà anche in Italia, per sostituire i vecchi ordigni nucleari americani che si trovano nelle basi di Aviano e Ghedi e per andare in dotazione agli F-35, che il nostro Paese ha deciso di acquistare tra mille polemiche . «Dichiarazioni ufficiali [sull'Italia, ndr] non ce ne sono, ma il piano è di mandare le B61-12 negli stessi posti in cui oggi sono schierate le vecchie B61», spiega a l'Espresso Hans Kristensen della “Federation of American Scientists” di Washington, autorità in materia di armi nucleari Usa in Europa e autore di una rigorosa analisi sulla nuova B61-12 .

Due anni fa, Kristensen ha aiutato il nostro giornale a rivelare come l'Italia sia diventata la nazione che schiera il maggior numero di ordigni nucleari Usa presenti sul suolo europeo: settanta bombe del tipo B61-3 e B61-4 su un totale di centottanta armi nucleari .«La nuova B61-12», spiega Kristensen, «avrà la stessa testata della vecchia B61-4: una testata termonucleare con una potenza massima di 50 kiloton».

Se la testata della nuova B61-12 è la stessa delle vecchie B61-4 stoccate in Italia, le caratteristiche del nuovo ordigno, però, sono considerate di grande importanza dai militari. Ad oggi, infatti, distruggere strutture militari nemiche estremamente resistenti e nascoste in profondità nel sottosuolo richiede armi nucleari così potenti che è inimmaginabile pensare di usarle in situazioni di combattimento reale, perché il “danno collaterale” che ne risulterebbe sarebbe così devastante da essere politicamente insostenibile. Se però questo “danno collaterale” si potesse ridurre, mettendo a punto ordigni “piccoli”, precisi e in grado di distruggere le installazioni militari sotterranee, allora la situazione potrebbe cambiare.

E' in questa direzione che sembra andare la nuova bomba B61-12, un ordigno che sarà disponibile in quattro “versioni”: da 0,3 kiloton, ovvero 50 volte meno potente dell'atomica che distrusse Hiroshima (che era di circa 15 kiloton), da 1,5, da 10 e infine da 50 kiloton. «La combinazione di precisione e capacità di penetrazione nel terreno, unita alla possibilità di avere B61-12 di diversa potenza, offre capacità uniche», scrive Kristensen nel suo rapporto tecnico, aggiungendo che, mentre le vecchie armi nucleari capaci di distruggere i bunker sotterranei possono essere sganciate solo dal bombardiere B-2, la nuova bomba B61-12 avrà una caratteristica molto desiderabile per i militari: la flessibilità. L'ordigno sarà compatibile con praticamente tutti i bombardieri nucleari Usa e Nato: dal B-2 all'F-35A, dall'F-16 ai Tornado PA-200.

IL TABU' NUCLEARE IN PERICOLO

Sono tutte queste caratteristiche, secondo Kristensen e secondo anche altri esperti americani di armamenti, a rendere estremamente pericolosa la B61-12: la precisione, la capacità di penetrazione nel sottosuolo, la flessibilità in tema di sistemi di lancio e di distruttività, ne fanno un'arma nucleare non più pensata per essere solo un deterrente, ma costruita per immaginare di poterla usare in situazione di combattimento reale. Un rischio che chiuderebbe un'epoca: dal 1945, infatti, con il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki, si è creato un vero e proprio tabù intorno all'uso delle armi nucleari in combattimento e di fatto non sono mai state più usate, nonostante la tentazione di farlo in guerre come il Vietnam o la Corea.

Le reazioni al test della nuova B61-12 non si sono fatte attendere: come racconta il New York Times, la Russia ha subito bollato il test come “irresponsabile” e “apertamente provocatorio”, la Cina non ha gradito e la Corea del Nord ha difeso la sua determinazione a ottenere la bomba H, considerando la “sempre crescente minaccia nucleare” dagli Usa.

STATUS QUO

Ma perché gli Stati Uniti hanno deciso di imbarcarsi in un programma dal costo pazzesco per rinnovare gli armamenti nucleari, considerando che a ventisette anni dalla fine della guerra fredda gli arsenali nucleari sono ancora immensi, con Stati Uniti e Russia che possiedono rispettivamente 7.100 e 7.500 ordigni perfettamente funzionanti? «Perché le B61-3 e B61-4 stanno invecchiando e perché gli Usa hanno deciso di rimpiazzare tutte le B61 con un unico tipo di bomba. Avrebbero potuto semplicemente riadattare le bombe che già esistono, ma hanno deciso di no», spiega Hans Kristensen a l'Espresso, aggiungendo: «La Nato ha deciso che l'attuale policy sulle armi nucleari in Europa è quello che serve, e quindi per rimuoverle avrebbero dovuto cambiare idea sulla presenze di queste bombe in Italia, oppure il governo italiano avrebbe dovuto decidere di terminare l'accordo bilaterale sulle armi nucleari che ha con gli Stati Uniti. Sono tutte scelte fattibili, ma il punto è che nessuno vuole farle in questo momento a causa della Russia e comunque il governo italiano non vuole rimuovere le armi nucleari americane presenti sul suo territorio».

Paolo Cotta Ramusino, segretario generale della più importante e prestigiosa organizzazione internazionale per il disarmo nucleare, le “ Pugwash Conferences ”, ritiene che i nostri militari non siano «particolarmente interessati a queste bombe B61-12, ma il fatto che la Nato ne discuta l'utilizzo dà la possibilità a Lituani, Lettoni, Estonia, Polonia e in genere a tutti i Paesi Nato dello spazio ex sovietico di fare pressioni contro il loro ritiro. Dopo la vicenda della Crimea e dell'Ucraina, l'ostilità verso la Russia e' cresciuta».

Poco dopo la sua elezione, il presidente Obama aveva dichiarato ufficialmente: «Gli Stati Uniti non svilupperanno nuove armi nucleari né cercheranno nuove forme di utilizzo o nuove capacità per le armi nucleari». E invece la B61-12 rischia di innescare una nuova devastante corsa agli armamenti, al punto che anche tra i sostenitori e i funzionari di Obama i dubbi sono molti: «Spendiamo miliardi di dollari per uno “status quo” che non ci rende affatto più sicuri», ha dichiarato al New York Times l'ex sottosegretario di Stato al controllo degli armamenti, Ellen O. Tauscher, nominata proprio da Barack Obama, raccontando la frustrazione di molti che avevano sperato nella nuova amministrazione per un drastico taglio degli arsenali.