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Umbria, il castello milionario che mette nei guai monsignor Vincenzo Paglia

Di Stefania Maurizi

Pubblicato su espressonline, 27 maggio 2015

(http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/05/27/news/umbria-il-castello-milionario-che-mette-nei-guai-monsignor-vincenzo-paglia-1.214670)

Il castello milionario nel cuore verde dell'Umbria rischia di innescare l'ennesima tempesta in Vaticano.

La procura di Terni ha chiuso le indagini preliminari sulla compravendita del castello di San Girolamo a Narni e a finire nell'inchiesta è monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia ed esponente di spicco della Comunità Sant'Egidio, che per dodici anni, dal 2000 al 2012, quando è stato chiamato a Roma, è stato vescovo della diocesi di Terni Narni Amelia.

Due anni fa era stato proprio “l'Espresso” a rivelare che monsignor Paglia era indagato a Terni , dopo che la diocesi umbra era finita al centro delle indagini della procura locale su un buco milionario nei conti. Ora la procura si accinge a notificare agli indagati l'avviso della conclusione delle indagini preliminari, atto che, di solito, prelude al rinvio a giudizio.

Dieci gli indagati: monsignor Paglia, monsignor Francesco De Santis, vicario episcopale della diocesi, alcuni dei tecnici diocesani dell'era Paglia, Luca Galletti e Paolo Zappelli, rispettivamente direttore dell'Ufficio tecnico ed economo, e infine amministratori e dirigenti del comune di Narni.

Pesanti le contestazioni dell'accusa: associazione a delinquere finalizzata a commettere i delitti di turbata libertà degli incanti, truffa, esercizio abusivo del credito e appropriazione indebita, delitti che avrebbero consentito la vendita del castello di San Girolamo a una società che non aveva i requisiti previsti dal bando, la “Imi Immobiliare srl”.

Le indagini sono state condotte dal sostituto procuratore Elisabetta Massini, che ha indagato su questioni delicate come l'inquinamento ambientale della ThyssenKryupp, a Terni, dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Roma, guidato dal generale Giuseppe Bottillo, dalla Gdf e dalla squadra mobile di Terni.

Quando due anni fa l'Espresso aveva rivelato che l'alto prelato era indagato a Terni, monsignor Paglia si era risolutamente chiamato fuori: «Era fine 2009. L'allora sindaco di Narni mi chiese se la diocesi fosse interessata all'acquisto del castello, che in realtà è un convento con una chiesa ancora officiata. Inizialmente dicemmo che eravamo interessati. Ma, visto i problemi economici che avevamo, declinammo subito l'invito. Come diocesi uscimmo dall'operazione, e da allora la diocesi è stata totalmente estranea».

Paglia, in pratica, sostenne che l'istituto e i suoi vecchi dipendenti abbiano continuato da soli a fare i loro affari. Secondo l'accusa, invece, sarebbe proprio monsignor Paglia insieme al tecnico Galletti il promotore dell'associazione a delinquere. Queste le contestazioni della procura, ma ora gli indagati saranno chiamati a produrre documenti e le loro memorie difensive.