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WikiLeaks rivela l'attacco alle società pubbliche attraverso il Tpp

Di Stefania Maurizi

Pubblicato su espressonline, 30 luglio 2015

(http://espresso.repubblica.it/internazionale/2015/07/30/news/wikileaks-rivela-l-attacco-alle-societa-pubbliche-attraverso-il-tpp-1.223310)

L'attacco alle aziende di Stato arriverà da uno dei più grandi trattati commerciali in corso di negoziazione. WikiLeaks ha pubblicato, in collaborazione con un team di media internazionali tra cui “l'Espresso”, un documento riservato sul “Trans-Pacific Partnership” (Tpp): uno accordo commerciale, che riguarda il 40 percento dell'economia mondiale.

Il file (qui in inglese: https://wikileaks.org/tpp-soe-minister/ ) rivela che le dodici nazioni che stanno negoziando il Ttp stanno valutando di rivoluzionare profondamente la funzione pubblica delle aziende di Stato, che in molti casi rispondono a precise esigenze sociali - come quella di fornire servizi pubblici a prezzi accessibili anche alle fasce sociali più deboli - per farle operare con pure logiche di mercato.

«La maggioranza dei paesi del Ttp è a favore di regole aggiuntive sulle attività delle aziende di proprietà pubblica e dei monopoli di stato che vadano oltre gli obblighi già previsti dall'Organizzazione Mondiale del Commercio», recita il file pubblicato da WikiLeaks, «e che includano obblighi rispetto al fatto che le aziende di Stato e i monopoli agiscano sulla base di considerazioni commerciali e secondo criteri non discriminatori in materia di acquisti e vendite».

Il documento è un appunto riservato preparato per un incontro del dicembre 2013 tra i ministri dei paesi che siedono al tavolo delle trattative Ttp. Ad oggi, non è chiaro che cosa preveda esattamente il Ttp per le aziende di Stato, perché il testo di tutto l'accordo - incluso il capitolo sulle aziende statali - è negoziato in segreto da dodici paesi: Stati Uniti, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Singapore, Brunei, Messico, Chile, Perù, Malesia, Vietnam. Gli unici capitoli emersi pubblicamente sono quelli rivelati dall'organizzazione di Julian Assange, che sulle aziende statali ha ottenuto solo queste due paginette, non l'intero capitolo. Ma le due paginette sono rivelatorie, perché lasciano affiorare cosa è in discussione in tema di aziende statali.

Ttip, Tpp, Tisa, ovvero la Trinità dei trattati commerciali

Il Ttp non riguarda l'Italia o l'Europa, che sono, invece, parte di altri due grandi accordi commerciali in corso di negoziazione: il trattato di libero scambio Europa-Usa (Ttip) e l'accordo di scambio sui servizi (Tisa), rivelato dal nostro giornale in collaborazione con WikiLeaks e con altri media internazionali.

Il documento del Tpp rivelato da WikiLeaks e riguardante le aziende di Stato ricorda molto alcune richieste presenti anche nel Tisa, e questo spinge a chiedersi se anche il Tisa, di cui l'Italia è parte, conterrà un capitolo sulle aziende di Stato che preveda uno smantellamento delle loro funzioni pubbliche per farle agire secondo pure logiche commerciali. Anche il Tisa è negoziato in segreto e come nel caso del Ttp, se conosciamo alcuni dei testi dell'accordo è solo grazie a WikiLeaks, che li ha rivelati.

Secondo la professoressa Jane Kelsey, della facoltà di legge dell'Università di Auckland in Nuova Zelanda, che ha condotto un'analisi tecnica dei testi del Ttp e del Tisa fatti filtrare da WikiLeaks, il documento sulle aziende di Stato appena pubblicato da Assange lascia affiorare che le trattative del Ttp stanno imboccando una strada «intrinsecamente problematica: le aziende di Stato sono quasi interamente di proprietà statale perché hanno altre funzioni oltre a quelle puramente commerciali, per esempio devono garantire l'accesso a servizi importanti, e perché lo sviluppo sociale e culturale e le funzioni commerciali sono inestricabilmente legati».

Dal documento di appena due pagine, invece, affiorano dettagli delle trattative Ttp sulle aziende di Stato che vanno in una direzione completamente diversa rispetto alla vocazione pubblica di queste aziende: queste imprese non solo dovranno agire sulla base di considerazioni commerciali, ma non dovranno ricevere un trattamento speciale dallo Stato, e la concorrenza privata avrà diritto di avere accesso a una serie di informazioni sul loro operato in nome della trasparenza, analogamente a quanto prevede il capitolo del Tpp sulla sanità, che sostanzialmente impone ai governi di fornire alle aziende farmaceutiche l'accesso alle informazioni su come vengono prese decisioni in materia: una “trasparenza” che giocherà a favore delle grandi multinazionali del farmaco.

Cosa rimarrà della missione pubblica delle aziende di stato con il Tpp non è chiaro: «E' prevista una qualsiasi protezione reale delle buone funzioni pubbliche delle imprese di Stato?», chiede la professoressa Jane Kelsey nella sua analisi, «e se una tale protezione è prevista, come è definita esattamente?». Ad oggi dare una risposta certa a queste domande non è possibile, perché il capitolo del Tpp sulle aziende di stato in corso di negoziazione non si conosce.

Tutto segreto

Come con il Tisa, la segretezza che circonda le trattative sul Ttp è estremamente controversa, considerando l'enorme impatto sull'economia mondiale, perché riguarda il 40 percento del Pil globale e un terzo del commercio mondiale. Per i dodici paesi che sono parte del Tpp (dagli Usa fino a Singapore), ridisegnerà le regole in tema di proprietà intellettuale (e quindi inevitabilmente di accesso a farmaci e cure mediche), ambiente, finanza, investendo praticamente ogni settore economico.

«Il Tpp crea un sistema che deve andar bene per tutti, progettato a vantaggio delle più grandi corporation transnazionali», ha dichiarato ieri Julian Assange in occasione della pubblicazione del documento del Tpp sulle aziende di stato, «in questo documento vediamo gli effetti radicali che il Tpp avrà non solo sui paesi in via di sviluppo, ma anche su stati molto vicini al “sistema occidentale”. Se vogliamo riprogrammare le nostre società secondo logiche legali ed economiche ultraliberiste che avranno effetto per i prossimi 50 anni, allora questa scelta dovrebbe essere ammessa apertamente e dovrebbe essere oggetto di dibattito pubblico».

Lobbisti all'attacco

Questa settimana l'agenzia di stampa “Reuters” ha riportato un boom nelle spese sostenute negli ultimi nove mesi dai gruppi americani di lobbying, che premono sul governo americano per portare avanti le negoziazioni del Tpp in modo da chiudere l'accordo il prima possibile, visti gli enormi appetiti delle grandi corporation americane che spingono per le opportunità di business aperte da questo accordo.

«Le spese per il lobbying dei membri della coalizione a favore del Tpp sono aumentate fino arrivare a toccare 135 milioni di dollari nel secondo quadrimestre del 2015», scrive Reuters citando documenti dell' “Office of Public Record” del Senato Usa che l'agenzia ha potuto consultare ( http://www.reuters.com/article/2015/07/23/us-trade-tpp-lobbying-idUSKCN0PX2JO20150723 ).

A opporsi al Ttp, invece, sono organizzazioni sindacali, movimenti per i diritti dei lavoratori, movimenti ambientalisti e intellettuali e organizzazioni per la difesa della Rete, che, tra le altre cose, denunciano i danni delle politiche del Tpp in materia di copyright. «Se tu leggi, scrivi, pubblichi, pensi, ascolti, balli, canti o inventi, se tu coltivi la terra o consumi cibo, se oggi sei malato o se un giorno lo sarai, il Tpp ha te nel mirino», scrive Julian Assange.