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Assange, inchiesta nel caos

Di Stefania Maurizi

Pubblicato su espressonline, 28 marzo 2013

(http://espresso.repubblica.it/internazionale/2013/03/28/news/assange-inchiesta-nel-caos-1.52549)

Terremoto nel caso giudiziario svedese contro Julian Assange. Il procuratore capo, Marianne Nye, che da tre anni cerca di estradare il fondatore di WikiLeaks per interrogarlo in merito alle accuse di stupro di due donne svedesi, ha improvvisamente mollato il caso. A rivelarlo è il quodiano australiano " Sidney Morning Herald ", spiegando come anche una delle due ragazze che accusano Assange abbia lasciato il suo avvocato, Claes Borgstrom, il legale che nel 2010 aveva fatto riaprire l'inchiesta per stupro, dopo che i procuratori svedesi avevano derubricato il reato a molestie.

Non è chiaro perché Marianne Nye abbia lasciato. Da tre anni lavorava con determinazione all'estradizione di Assange in Svezia, senza peraltro aver mai reso note le ragioni per cui si è sempre rifiutata di interrogare Assange a Londra, dove il fondatore di WikiLeaks ha prima passato 18 mesi agli arresti domiciliari e poi è finito rinchiuso nell'ambasciata dell'Ecuador di Knightsbridge, che gli ha concesso asilo. Dal 19 giugno scorso, Assange è rintanato in quella sede diplomatica, perché il governo inglese non gli concede un salvacondotto per volare in Ecuador.

La Svezia pretende l'estradizione di Assange non perché va processato o perché deve scontare la pena: ad oggi non è neppure incriminato. Tutta la saga giudiziaria che va avanti dall'agosto 2010 è un'inchiesta che è nella fase preliminare da due anni e mezzo, perché Marianne Nye ha rifiutato qualsiasi offerta di Assange di essere interrogato a Londra, anziché estradato a Stoccolma. Il fondatore di WikiLeaks si oppone da sempre all'estradizione in Svezia perché convinto che sia il primo passo per quella in America, dove da tre anni è in corso un'inchiesta del Grand Jury sulla fuga dei documenti segreti della diplomazia Usa e del Pentagono.

In un'intervista esclusiva dall'ambasciata ecuadoriana, dove l'Espresso l'aveva incontrato nel novembre scorso , Assange si era detto fiducioso che il caso svedese contro di lui sarebbe crollato, in quanto l'avvocato dell'accusa, Claes Borgstrom, si troverebbe coinvolto in un controverso caso giudiziario: quello di Thomas Quick. Condannato per 8 omicidi e confinato in un ospedale psichiatrico giudiziario, Quick confessò di aver ucciso 30 persone, rivelando particolari raccapriccianti di come aveva divorato i resti delle vittime. Una storia che fece grande scalpore in Svezia. Poi, però, nel 2008, Quick ritrattò le sue confessioni, avvenute sotto trattamento psichiatrico. A partire da allora, il presunto serial killer è stato scagionato per cinque degli otto omicidi per cui è stato condannato. Il caso è attualmente in corso di revisione. L'avvocato di Thomas Quick era proprio Claes Borgstrom: lo stesso che difende le due ragazze che accusano Assange e che ora una delle due ha mollato.

Non è chiaro a questo punto come il caso svedese contro il fondatore di WikiLeaks si evolverà. L'unica certezza è che dal 7 dicembre 2010 lui vive da recluso.

Aggiornamento: Dopo la pubblicazione della notizia da parte del quotidiano australiano Sydney Morning Herald, il giornale svedese 'Local' ha smentito la notizia che il procuratore capo Marianne Ny abbia lasciato improvvisamente il caso. Questa mattina l'Espresso è riuscito a raggiungere al telefono la "Swedish Prosecution Authority" che gestisce tutto il caso svedese contro Julian Assange. L'autorità svedese ha ufficialmente confermato che, come riportato dal giornale australiano, c'è un nuovo procuratore assegnato al caso, Ingrid Isgren, ma ha smentito che il procuratore capo abbia lasciato, affermando che la Isgren è semplicemente il vicecapo e che il suo ingresso nel caso è dovuto al fatto che il precedente magistrato è stato assegnato ad altro incarico (29 marzo 2013)