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Il Celeste a stelle e strisce

Di Stefania Maurizi

Pubblicato su espressonline, 8 aprile 2013

(http://espresso.repubblica.it/palazzo/2013/04/08/news/il-celeste-a-stelle-e-strisce-1.52908)

«Formigoni è la forza trainante dietro il Movimento Unitario Popolare con don Scola e Santo Bagnoli della Jaca Book». Ci sono amicizie, vicinanze, unità di interessi che vanno indietro nel tempo, quando il mondo era profondamente diverso e quello che oggi è un potentissimo prelato, che nell'ultimo conclave è stato a un passo dal soglio pontificio, Angelo Scola, allora era solo un don.

A rivelare la relazione speciale tra Formigoni, 'Comunione e Liberazione' e gli americani sono 'i Kissinger cables' di WikiLeaks contenuti nella libreria pubblica della diplomazia Usa , a cui l'Espresso ha avuto accesso esclusivo per l'Italia in collaborazione con Repubblica. I documenti raccontano come gli Stati Uniti fin dagli anni '70 si sono messi a disposizione per aiutare Comunione e Liberazione di don Giussani, Formigoni e Scola: una barriera contro il comunismo.

E' il 1975 e gli americani vedono nero. Alle elezioni regionali del 15 e 16 giugno, la Dc ha avuto un arretramento notevole e il Pci ha registrato un balzo oltre il 33 percento. Gli americani interpellano gole profonde e contatti abituali dell'ambasciata per condividere informazioni, umori, analisi. E il loro orizzonte si fa ancora più cupo.

A parlare con scoramento è in particolare Indro Montanelli, «il più famoso giornalista italiano, liberale antifascista e anticomunista», che racconta di essere profondamente scoraggiato dalla situazione politica nazionale, al punto che l'Italia rischia di finire, secondo lui, sotto un regime stalinista. «I democristiani sono senza leader», inizia Montanelli come un fiume in piena. «E' un partito che non ha mai capito la democrazia e dopo De Gasperi, che invece la capiva, è semplicemente diventato un parassita nel corpo della politica.

Fanfani almeno aveva il merito di avere le palle, gli altri manco quelle», spiega Indro agli americani. Quanto all'estrema destra, «è impotente», continua, «non ci sono manco le risorse per fare un colpo di stato, se anche uno volesse farlo: le forze armate sono piene di comunisti e socialisti. Rimangono i carabinieri che sono una forza fedele, ma sono 80.000. Montanelli ha lasciato cadere questa possibilità», scrive la diplomazia Usa, a cui il giornalista spiega di aver pensato anche all'idea di fare un accordo con il leader del Psi Mancini, in funzione anticomunista, promettendogli l'appoggio del suo quotidiano 'Il Giornale'. «E' un ladro», racconta Montanelli di Mancini con la sua nota schiettezza, ma «almeno è un combattente». Poi ride: «immaginate come siamo messi». Né c'è da sperare nel mondo imprenditoriale, secondo il giornalista: le piccole e medie imprese se ne fregano della politica, spiega, « e Agnelli non affonderà, se l'Italia affonda. Il suo impero è internazionale». Infine tira in ballo Eugenio Cefis, il gran burattinaio della finanza italiana, vice di Enrico Mattei e poi padrone della Montedison, che finanzia sia il Giornale di Montanelli che il Corriere, come ammette Indro, ma «Se Cefis si chiama fuori, siamo finiti. Morti».

Questo è lo scenario in cui si muovono gli americani nel 1975. Nero come la pece, dal loro punto di vista. Ma in fondo al tunnel vedono una luce: don Giussani e la sua Cl. Lo incontrano nel dicembre 1975 e Giussani spiega loro che il suo movimento è dedicato a promuovere la vita cristiana, ma ha anche un braccio politico: il 'Movimento Unitario Popolare' o Mup, «fondato con riluttanza per gestire le attività della politica». E il Mup sta facendo bene, anzi benissimo: da Milano a Catania, attrae giovani e militanti della DC, anche un leader come Massimo De Carolis, democristiano, piduista ed esponente della cosiddetta 'maggioranza silenziosa' – che in quegli anni punta a mobilitare la borghesia contro i comunisti- voleva salire a bordo di Cl. Ma Giussani racconta agli americani che non ce l'hanno voluto: «c'è il rischio che porti dentro il Mup le lotte delle correnti Dc», confessa.

Quanto al finanziamento, il fondatore di Cl spiega che il suo movimento si sostiene con il contributo dei fondatori, «mentre il Mup non ha affatto soldi». Non solo: serve «un braccio mediatico, c'è disperatamente bisogno di un settimanale non cattolico», teorizza don Giussani, perché 'Famiglia Cristiana' si rifiuta di supportare il suo gruppo e se anche lo facesse, non fornirebbe comunque l'accesso ai gruppi sociali di cui ha bisogno Cl. Serve in particolare una radio locale, che «sarebbe un'arma potente» e serve trovare un sistema di accesso alla distribuzione dei film, che sono in mano alla sinistra e quindi di cinema a contenuto cattolico non se ne vede. «Come possiamo aiutare questo nuovo contributo alla democrazia italiana?», chiede il console di Milano, durante l'incontro con don Giussani? «Aiutate il Mup», risponde lui, spiegando che «la forza trainante dietro il Movimento Unitario Popolare è Formigoni con don Scola e Santo Bagnoli della Jaca Book».

I cablo di Kissinger non lasciano dubbi che, in occasione delle competizioni elettorali, gli americani si sentono rassicurati da quel «movimento fortemente anticomunista e orientato ai giovani», messo in piedi da don Giussani. Anche un grande amico di Formigoni finito in mille inchieste, Marco Mazarino De Petro, è visto in quegli anni dalla diplomazia Usa come un parlamentare gradito e appartenente a Comunione e Liberazione. Quanto a don Giussani nel suo incontro con il console americano spiega di «voler mantere il Mup separato da Cl, in modo che quest'ultima possa mantenere la sua purezza religiosa». Quarantanni dopo questo cablo, sappiamo tutti com'è finita. Gli scandali di Comunione e Liberazione riempiono le pagine dei giornali. Ma il Celeste è ancora la forza trainante del movimento che, nel frattempo, ha conquistato il mondo. In un cablo del 2008 rivelato da WikiLeaks, la diplomazia americana fotografa le divisioni di don Giussani: «Cl ha 48mila membri ed è presente in 48 paesi».