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Donazioni, ha vinto Assange

Di Stefania Maurizi

Pubblicato su espressonline, 26 aprile 2013

(http://espresso.repubblica.it/attualita/cronaca/2013/04/26/news/donazioni-ha-vinto-assange-1.53622)

Ce l'hanno fatta. Julian Assange e WikiLeaks hanno vinto il ricorso in Islanda contro il blocco delle donazioni da parte delle carte di credito. La sentenza della Corte Suprema islandese è appena stata emessa. Dopo tre anni di durissime battaglie legali, Valitor, che all'epoca del ricorso di WikiLeaks amministrava le transazioni della Visa in Islanda, dovrà riaprire il condotto delle donazioni entro quindici giorni dal pronunciamento della Corte oppure subirà una penale di 6.830 euro al giorno.

Il giudizio è inappellabile e quindi la vittoria è definitiva. Si tratta di un grande risultato, ma WikiLeaks ha vinto solo una battaglia contro l'embargo finanziario: la battaglia d'Islanda. Ora rimane da vincere la guerra in tutte le altre giurisdizioni, perché il blocco finanziario contro il gruppo di Assange è universale. Ma la soddisfazione nel quartier generale di WikiLeaks è notevole.

«Ringraziamo gli islandesi per aver dimostrato che non si lasciano intimidire da potenti entità finanziarie appoggiate da Washington, come Visa», ha dichiarato Assange, subito dopo il verdetto, «e mandiamo un avvertimento agli altri enti implicati in questo embargo: i prossimi [a essere sconfitti], sarete voi». Anche il portavoce di WikiLeaks, Kristinn Hrafnsson, che ha seguito personalmente la complessa vicenda giudiziaria, vede «la giustizia vicina», come racconta a "l'Espresso": «questa vittoria è una pietra miliare. Innanzitutto è una sentenza definitiva, e poi la Suprema Corte ha respinto molti degli argomenti usati dalle carte di credito per bloccare le donazioni a WikiLeaks, e quindi questo pronunciamento sarà importante nelle altre battaglie».

La guerra va avanti da dicembre 2010, quando l'organizzazione di Julian Assange iniziò a pubblicare 251.287 cablo della diplomazia Usa, facendo infuriare in un colpo solo la Casa Bianca, il Dipartimento di Stato e il Pentagono, che peraltro due mesi prima aveva assistito impotente alla diffusione di 76mila documenti segreti sulla guerra in Afghanistan e 391.832 sulla guerra in Iraq.

Dalla pubblicazione dei cablo in poi, WikiLeaks è stata soggetta a un blocco di cinque potentissime entità finanziarie: Visa, Mastercard, Bank of America, PayPal e Western Union, che improvvisamente hanno chiuso il rubinetto delle donazioni dei sostenitori, mettendo in atto un blocco stragiudiziale, perché ad oggi WikiLeaks è un'organizzazione perfettamente legale e quindi non si vede perché non possa ricevere contributi volontari dai simpatizzanti che ne condividono valori e obiettivi. Si tratta di un embargo ancora più incomprensibile se si pensa che le carte di credito consentono a chiunque di donare soldi alle formazioni più estremistiche in circolazione, come il Klu Klux Klan, e consentono anche di acquistare armi.

Il blocco finanziario contro WikiLeaks ha gravemente danneggiato il gruppo, che però non si è piegato e continua a lavorare. Quello che colpisce è che WikiLeaks è stata lasciata sola a combattere contro Visa, Mastercard, Bank of America, PayPal e Western Union, sebbene questo embargo costituisca un precedente gravissimo, perché oggi a essere boicottata è WikiLeaks, ma domani potrebbe toccare a qualunque Ong o media che non vada a genio a banche e carte di credito: anche loro un giorno potrebbero vedersi improvvisamente tagliato l'accesso ai conti bancari in modo del tutto arbitrario e senza possibilità di fare granché, se non imbarcarsi in una costosa e lunga battaglia legale, come sta facendo da tre anni WikiLeaks, nella solitudine più totale, costretta a vendere magliette e adesivi pur di sopravvivere.