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Caso Snowden: cosa c'è in gioco

Di Stefania Maurizi

Pubblicato su espressonline, 25 giugno 2013

(http://espresso.repubblica.it/googlenews/2013/06/25/news/caso-snowden-cosa-c-e-in-gioco-1.55992)

Perché quello di Edward Snoden è diventato il caso diplomatico-spionistico più caldo dell'anno? Perché gli americani lo stanno braccando in tutto il mondo? Quali interessi si nascondono dietro questa vicenda? E cosa c'entra WikiLeaks? Proviamo qui di seguito a spiegare questo complicato e delicatissimo caso.

Chi è Edward Snowden?

E' un trentenne americano che, lavorando per la 'National Security Agency' (Nsa) tramite il potente contractor 'Booz Allen Hamilton', ha rivelato il programma di sorveglianza di massa della Nsa ai giornalisti del quotidiano inglese 'Guardian'. Snowden ha contattato e consegnato alcuni documenti e informazioni a Glenn Greenwald e Laura Poitras. Greenwald è un avvocato costituzionalista americano, assunto come opinionista dalla redazione americana del Guardian. Poitras è una documentarista, che lavora fin dal 2001 a una trilogia di documentari su come è cambiata l'America dopo l'11 settembre. Poitras ha contattato successivamente il giornalista del Washington Post, Barton Gellman. Alla fine documenti e informazioni di Snowden sono stati pubblicati dal 'Guardian' e dal 'Washington Post'.

Perché le rivelazioni di Snowden sono così importanti?

Per la prima volta in assoluto Snowden ha permesso di documentare con file "top secret/noforn" (top secret e non rilasciabili a cittadini stranieri) della National Security Agency come le intercettazioni dell'Agenzia siano effettivamente di massa. Come scrive l'esperto mondiale di Nsa, James Bamford, «nonostante le smentite ufficiali, i documenti dettagliano una massiccia operazione finalizzata a tracciare ogni telefonata ogni giorno - miliardi di miliardi di dati privati - e un'altra operazione [Prism, ndr] per dirottare verso Fort Meade [sede del quartier generale della Nsa, ndr] le comunicazioni internet che entrano ed escono da Google, Apple, Yahoo e altri giganti della Rete». Qui l' articolo di Bamford . Mai prima di Snowden nessun insider dell'Agenzia aveva fornito al pubblico questi file top secret, pubblicati da 'Guardian' e 'Washington Post'. Bamford ha descritto efficacemente il clima di segretezza in cui opera la Nsa: «Questo è un posto in cui mai nessuna delle persone che vi ha lavorato ha scritto un libro sull'Agenzia, a differenza della prolifica Cia, dove sembra quasi che ogni piano di buonuscita [dai vertici Cia, ndr] preveda un contratto per la pubblicazione di un libro».

Che cosa è esattamente la Nsa?

«E' la più grande, la più costosa e la più tecnologicamente sofisticata organizzazione di spionaggio che il mondo abbia mai conosciuto», ha scritto il prestigioso magazine americano "New Yorker" in un' inchiesta , che descrive in questi termini la potenza della Nsa: «E' grande tre volte la Cia, assorbe un terzo delle risorse di budget destinate all'intelligence [che nell'anno 2010 è stato di 80,1 miliardi di dollari, nel 2011 78,6 miliardi e nel 2012 di 75,4, ndr], a Fort Meade ha un quartier generale di 5mila acri protetto da sistemi di scanner biometrici e di ricognizione facciale. La bolletta elettrica di Fort Meade si dice superi i 70 milioni di dollari all'anno». Impossibile dire con certezza quanti dipendenti abbia. Secondo quanto dichiarato a 'l'Espresso' da Bill Binney, che per 36 anni ha lavorato alla Nsa e al culmine della carriera è arrivato a supervisionare tecnicamente 6 mila tecnici dell'Agenzia, vi lavorerebbero tra 30 e 40 mila civili, cifra a cui vanno aggiunti i militari e i contractor . La Nsa si occupa esclusivamente di spionaggio delle comunicazioni. E' ritenuta l'Agenzia che assume più matematici e crittografi al mondo. Può contare su alcune delle menti più brillanti dell'America. Stando a quanto riportato dal 'New York Times', Bill Binney, intervistato da 'l'Espresso', è stato «uno dei migliori matematici ed esperti di crittografia che l'agenzia abbia mai avuto nella sua storia».

La Nsa è in grado di intercettare tutte le comunicazioni del mondo, registrando i contenuti di ogni telefonata, email, chat, video?

Sì, semplicemente perché oggi le tecnologie di intercettazione e di immagazzinamento dei dati non solo consentono di farlo, ma hanno dei costi assolutamente sostenibili, come ha spiegato il guru della sicurezza informatica, l'americano Bruce Schneier, raccontando che per intercettare e immagazzinare tutte le telefonate dei cittadini americani di un anno sono sufficienti 27 milioni di dollari . Secondo quanto dichiarato a 'l'Espresso' da Bill Binney, a Bluffdale, nello Utah, l'agenzia sta costruendo un enorme centro di immagazzinamento dati. Ogni computer 'Narus' usato dalla Nsa è in grado di processare l'equivalente di 100 miliardi al giorno di e-mail da mille caratteri. Le dimensioni della struttura di Bluffdale portano Bill Binney a stimare che in quel centro possano venire attivati almeno 12.150 computer Narus, «questo significa che saranno in grado di immagazzinare le comunicazioni dell'intero mondo per i prossimi cento anni».

Chi ha accesso a questi dati?

Impossibile dirlo con certezza, ma per quello che si sa vi accedono analisti e contractor della Nsa, Secondo quanto riportato dal 'Guardian' sulla base dei documenti di Snowden, anche i servizi segreti inglesi del GCHQ hanno accesso e condividono dati con la Nsa. Dai file ottenuti, il Guardian ha scoperto che il GCHQ ha accesso direttamente alle grandi 'autostrade' delle telecomunicazioni: i cavi in fibre ottiche che trasportano le telefonate e il traffico internet mondiale, e 'succhiando' direttamente da questi, l'anno scorso è stato in grado di intercettare 600milioni di telefonate al giorno. Guardian stima che un totale di 850mila uomini della Nsa e contractor hanno accesso ai database delle intercettazioni così ottenute .

Come vengono usati questi dati?

Nessuno lo sa. L'operato dell'Agenzia è completamente top secret. E i pochissimi dipendenti della Nsa che hanno provato a collaborare con il Congresso o con gli ispettori della Difesa per denunciare programmi di intercettazioni della Nsa che ritenevano illegittimi o fraudolenti, si sono ritrovati in situazioni molto difficili, come è successo a Thomas Drake , intervistato da l'Espresso. Come ha fatto notare Daniel Ellsberg, che nel 1971 rivelò ai giornalisti del New York Times e del Washington Post i documenti top secret 'Pentagon Papers' sulla guerra in Vietnam, pensare che «il programma di intercettazioni di massa della National Security Agency non si possa prestare ad abusi per ragioni politiche e per altri motivi «è infantile» . Purtroppo gli Stati Uniti hanno avuto una lunga storia di abusi negli anni '50 e '60 di sorveglianza e spionaggio ai danni di oppositori e attivisti politici. Leggi a tutela dei cittadini americani, come il 'Foreign Intelligence Surveillance Act' (Fisa) del 1978 sono nate proprio come risposta a quegli abusi, ma queste leggi sono state completamente stravolte dopo l'11 settembre in nome della sicurezza e della lotta al terrorismo.

I programmi di sorveglianza di massa rivelati grazie ai documenti di Snowden sono legali?

Quando le rivelazioni sono state pubblicate dal 'Guardian' e dal 'Washington Post', facendo scoppiare lo scandalo, il presidente Obama si è prontamente difeso dicendo che i programmi svelati da Snowden «originariamente autorizzati dal Congresso, sono stati ripetutamente autorizzati dal Congresso». Ma in realtà lo stesso autore del 'Patriot Act' (la legislazione post 11 settembre che ha aperto le porte alla sorveglianza di massa) ha smentito Obama, dichiarando che gli strumenti inizialmente previsti dal Patriot Act sono stati estesi così a dismisura, che neppure i padri della legge avevano intenzione di prevedere poteri di intercettazione così sconfinati. Poteri che tra l'altro sono completamente opachi, perché si basano sulle cosiddette 'Fisa court', le cui decisioni sono top secret.

Perché i dati delle intercettazioni di telefonate, e-mail, carte di credito vengono anche 'immagazzinati'?

Questo è uno degli aspetti più inquietanti dei programmi di sorveglianza di massa della Nsa. Stando a quanto riportato dall'Associated Press, che ha intervistato numerose fonti che hanno parlato sotto anonimato, «il governo non cancella automaticamente i dati, perché un'email o una conversazione telefonica che oggi sembra innocua, potrebbe diventare importante nel giro di un anno. Non è chiaro per quanto tempo il governo conservi i dati ».

Quando è scoppiato lo scandalo, il generale Keith Alexander, a capo della Nsa, ha difeso pubblicamente il programma di sorveglianza di massa, dichiarando che ha permesso di sventare ben 50 complotti terroristici e che potrebbe aver aiutato gli Stati Uniti a prevenire un altro 11 settembre. E' vero?

Chi può dire se quello che dice il generale Alexander è vero o falso? Tutte le informazioni sui programmi Nsa sono non solo top secret, ma anche protetti da un ferreo meccanismo di compartimentalizzazione delle informazioni. Bill Binney ha raccontato a 'l'Espresso' che di fatto nessuno ha una visione di insieme di quello che accade all'interno della Nsa, neppure i leader. Il problema è proprio questo: in America ormai il numero di persone autorizzate a gestire documenti e informazioni segrete è arrivato a superare i 4,9 milioni: un dato ufficiale, diffuso dall'Office of the Director of National Intelligence . Si tratta di una comunità completamente chiusa, autoreferenziale. A chi rendono conto? Chi è in grado di controllarli?

Anziché andare dai giornalisti e diffondere pubblicamente i documenti top secret, Edward Snowden non poteva appellarsi al Congresso e cercare di denunciare dall'interno, proteggendo la segretezza delle informazioni?

Chi ha denunciato abusi e frodi della Nsa ricorrendo ai meccanismi di verifica e controllo interni, come l'Office of Inspector General del Dipartimento della Difesa Usa o anche il Congresso americano, non solo non è stato protetto, ma si è ritrovato in situazioni drammatiche, come è successo all'ex senior executive della Nsa, Thomas Drake, che è finito incriminato per spionaggio, accusa poi completamente decaduta ma che lo ha portato alla bancarotta economica per le spese legali. Bill Binney che ha presentato ricorso all'Inspector General per denunciare abusi e frodi a cui aveva assistito, è andato incontro a un'odissea che va avanti da 11 anni. Drake ha dichiarato pubblicamente che i meccanismi di supervisione sulla Nsa sono solo 'artificiali', ovvero fumo negli occhi. E' un'agenzia che, potenzialmente, può tenere sotto scacco milioni di persone, perché possiede i dati, le telefonate e i segreti più intimi di tutti.

Edward Snowden ha commesso un crimine?

Per la legge americana ha indubbiamente commesso un reato, perché ha violato la consegna del silenzio a cui era tenuto dalla sua 'security clearance' (l'autorizzazione che gli permetteva di accedere a documenti top secret e ai file cosiddetti 'oltre il top secret').

Perché Snowden l'ha fatto?

Secondo quello che ha dichiarato, lo ha fatto per ragioni di coscienza, per far scattare l'allarme nell'opinione pubblica mondiale su quello che sta accadendo, ovvero sulla società in stile Grande Fratello di Orwell che la Nsa ha messo in piedi e sta consolidando. Fornendo ai giornalisti del 'Guardian' documenti e dati precisi, in cui le operazioni sono descritte nere su bianco, nessuno potrà più dire che si tratta di scenari frutto della paranoia. Thomas Drake ha definito la decisione di Snowden come «un maestoso atto di disobbedienza civile».

Come è possibile sapere se davvero Snowden agisce per ragioni di coscienza oppure è in malafede?

E' ovviamente impossibile. Tuttavia, se Snowden avesse voluto passare documenti a potenze nemiche, avrebbe potuto farlo senza esporsi pubblicamente. C'è un mercato floridissimo, in cui una «manciata di file segreti costano migliaia di dollari», come sostenuto dall'accusa al processo contro Bradley Manning, la fonte di WikiLeaks. Lo stesso Manning, nella chat che lo ha portato all'arresto per aver passato centinaia di migliaia di documenti segreti all'organizzazione di Julian Assange, espresse lo stesso concetto: «Se avessi avuto intenzioni maligne, avrei potuto venderli alla Russia e alla Cina e farci soldi», aveva detto Manning, pensando di potersi fidare della persona con cui chattava e che invece lo ha denunciato all'Fbi.

Il quotidiano 'Guardian' ha messo la faccia sulla storia di Edward Snowden, sbilanciandosi al punto di chiamarlo 'whistleblower', un termine inglese dalla connotazione etica positiva che indica chi, lavorando per un'azienda o un'organizzazione, e scoprendo che questa è implicata in pratiche illegali o comunque profondamente contrarie alle regole della civiltà, denuncia pubblicamente cosa sta avvenendo all'interno dell'azienda. "To blow the whistle", infatti, significa suonare il fischietto, lanciare l'allarme. 'L'Espresso', che collabora da quattro anni con WikiLeaks, ha potuto constatare la prudenza del 'Guardian' nel trattare con i casi di fonti che rivelano documenti segreti. Se il quotidiano londinese ci ha messo la faccia davanti al mondo, rischiando la sua credibilità internazionale e spingendosi a scrivere un editoriale che definisce Snowden «più un obiettore coscienzioso che un ladro comune », evidentemente ha elementi per giudicare la scelta di Snowden in questa luce. E' ovviamente possibile che il Guardian abbia fatto un errore di valutazione e in questo caso giudicheremo in base agli elementi che dovessero emergere in futuro.

Perché Snowden si è messo sotto i riflettori mondiali, non poteva agire in modo meno visibile? Gli piace mettersi in mostra?

Mettersi sotto i riflettori è una scelta che indubbiamente lo protegge. Bradley Manning, che invece aveva scelto di rimanere nell'ombra, ovvero di non esporsi fino a quando non è stato individuato e arrestato, l'ha pagata cara: è stato arrestato, tenuto per 11 mesi in condizioni "crudeli e inumane», come le ha definite l'inviato speciale delle Nazioni Unite contro la tortura, Juan Méndez. E' in prigione da tre anni e attualmente è sotto processo: rischia il carcere a vita, senza alcuna possibilità di uscire. Se Manning avesse agito in modo scoperto e avesse potuto avere l'opportunità di chiedere asilo, come sta cercando di fare Snowden, sarebbe stata tutta un'altra storia. Lo stesso Julian Assange è intrappolato da un anno nell'ambasciata, nonostante abbia ottenuto l'asilo politico dall'Ecuador.

Perché WikiLeaks si è messa di mezzo? Che c'entra Julian Assange con Edward Snowden?

WikiLeaks si è immediatamente schierata con Snowden perché questa è la sua missione: pubblicare documenti segreti o comunque estremamente scottanti forniti dai whistleblower e proteggere le fonti. Inoltre i due giornalisti contattati da Snowden e da cui è partito lo scandalo, Glenn Greenwald e Laura Poitras, sono molto rispettati dall'organizzazione di Assange. Greenwald è un difensore della prima ora di WikiLeaks, mentre Laura Poitras sta girando un documentario su WikiLeaks: le sue sono tra le pochissime telecamere al mondo entrate nel cuore dell'organizzazione. Infine, c'è un'ultima ragione fondamentale: come gruppo che ha vissuto sulla propria pelle l'esperienza di accerchiamento mondiale che Snowden sta vivendo, WikiLeaks è indubbiamente in grado di offrire un'assistenza unica al giovane.

Julian Assange sta seguendo personalmente il caso?

Sì.

Chi è la giovane donna inglese che, secondo quanto reso noto da WikiLeaks, sta scortando Edward Snowden e lo sta assistendo per la richiesta di asilo?

Si chiama Sarah Harrison. E' cittadina inglese, non è un avvocato, ma ha assistito Julian Assange nei passaggi legali più delicati. E' brillante, determinata, molto capace e hi-tech.