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MAFIA E PREMIER, LA PISTA BULGARA

Di Stefania Maurizi

Pubblicato su l'Espresso (edizione online) 20 febbraio 2013

(http://espresso.repubblica.it/dettaglio/mafia-e-premier-la-pista-bulgara/2200797)

Per Silvio Berlusconi è stato sempre un vero amico, quello a cui ha confidato che le donne facevano la fila per lui. E per festeggiare il compleanno di Boyko Borisov, primo ministro dimissionario della Bulgaria, tre anni fa il Cavaliere è volato a Sofia con Vittorio Sgarbi. Due primi ministri in piena sintonia: «Io e Borisov continueremo a fare insieme buone cose», disse l'allora inquilino di Palazzo Chigi, chiudendo con una battuta: «Il mio amico Boris ha un solo difetto: è più grande di me». Ora, però, qualche difettuccio ben più serio rischia di emergere. BalkanLeaks, il sito bulgaro che pubblica documenti segreti ispirato al modello di WikiLeaks, ha ottenuto una serie di file riservati della polizia di Sofia. Il documenti rivelano come nel 1996 il servizio centrale contro la criminalità organizzata (Csbop) avrebbe arruolato l'attuale premier Borisov come informatore (nome in codice "Buddha") per sfruttare i suoi contatti con la mafia. Non solo: dagli atti emergerebbe che nel 1997 l'attuale primo ministro era sotto il controllo continuo dall'antimafia bulgara per "il suo precedente orientamento criminale": non si specifica quale orientamento esattamente, ma questo ha comportato il controllo delle sue comunicazioni, telefonate, conversazione e perfino pedinamenti. Insomma, l'intera vita dell'uomo che guida uno dei paesi dell'Unione europea sarebbe stata sorvegliata dagli investigatori proprio perché ritenuto inserito nelle attività dei boss balcanici.

Le rivelazioni sono arrivate nel momento di massima tensione politica in Bulgaria, con le piazze piene di manifestanti contro i tagli varati dal governo e gli aumenti nei servizi fondamentali. Una protesta che ha spinto Borisov ad annunciare le dimissioni del suo esecutivo: una mossa che non significa la rinuncia al potere.

Le minacce. «Appena abbiamo rilasciato il dossier Buddha, siamo stati oggetto di una violenta campagna da parte dei media governativi», racconta a "l'Espresso" Atanas Tchobanov, co-fondatore di BalkanLeaks, «abbiamo ricevuto tante minacce anonime». Di sicuro la reazione di Boyko Borisov alle rivelazioni non è stata delle più rassicuranti. Dopo aver gridato alla campagna stampa contro di lui, Borisov, secondo quanto riportato dall'agenzia Novinite, avrebbe detto «Posso fare anche io esattamente la stessa cosa con voi giornalisti, posso ordinare ai servizi segreti di lanciare un'inchiesta simile su tutti voi, senza eccezioni».

Un leader pieno di ombre. Le ombre evocate dal file di BalkanLeaks sembrano confermare quanto scriveva la diplomazia americana su Borisov nei cablo rivelati da WikiLeaks. Nato nella periferia di Sofia, da ragazzino frequentava gang di ladruncoli, creandosi la fama del duro. Cintura nera e poi negli anni '90 body guard dell'ex dittatore Todor Zhivkov, Borisov aveva creato una delle più grandi agenzie di sicurezza in Bulgaria, «in quel periodo storico», scrive la diplomazia Usa, «agenzia di sicurezza era sinonimo di estorsioni e maniere forti». Si presenta agli americani come «violentemente anticomunista». «In passato lo hanno accusato di avere a che fare con gli scandali del traffico di petrolio, affari illegali con la Lukoil, e un grande commercio illegale di metanfetamine». Vero o falso? Secondo quanto scrive la diplomazia Usa, «le informazioni che abbiamo ricevuto dal SIMO tendono a sostanziare queste accuse. Borisov è sospettato di aver usato la sua posizione come capo delle forze di sicurezza per coprire affari criminali e la sua convivente, Tsvetelina Borislavova, è manager di una grande banca accusata di riciclare il denaro della mafia e delle transazioni economiche illegali dello stesso Borisov».

Uno scandalo europeo. Nonostante il silenzio della stampa bulgara, il file rivelato da BalkanLeaks e Bivol sta sta suscitando proteste popolari diffuse, al grido di «Buddha, non siamo scemi!». I fondatori del sito BalkanLeaks e del giornale online Bivol chiedono un'audizione al Parlamento europeo. Per tutelarsi contro le minacce, Tchobanov e i suoi colleghi di BalkanLeaks si sono decisi a rilasciare un file assicurazione criptato, esattamente come fece Julian Assange nel momento più caldo del confronto con il governo americano. Chiunque può scaricarlo (https://www.balkanleaks.eu/en/insurance-file.html ) . Se dovesse succedere qualcosa ad Atanas Tchobanov, al collega Assen Yordanov, fondatore di Bivol, e allo staff di BalkanLeaks e Bivol, la password del file assicurazione verrà resa pubblica, rendendo così i documenti contenuti nel dossier blindato accessibili a tutti.

Il file criptato conterrebbe documenti scottanti e segreti sulla relazione stato-mafia in Bulgaria. «Se il parlamento europeo desse il via a un'indagine sul rapporto Stato-mafia in Bulgaria», dichiara Atanas Tchobanov a "l'Espresso", « noi potremmo rivelare alcuni dei documenti alla competente commissione di inchiesta».