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BACK TO THE BARRICADES - INTERVISTA A CARLO BERNARDINI

Di Stefania Maurizi

Pubblicato sul settimanale inglese New Scientist (www.newscientist.com), 1 marzo 2008

A gennaio un gruppo di fisici italiani dell’Università La Sapienza di Roma sono finiti sui giornali per aver protestato contro l’invito rivolto al papa di tenere un discorso in occasione della cerimonia di apertura dell’anno accademico. In seguito alla protesta, il papa ha cancellato la visita, scatenando una polemica rovente sull’influenza della chiesa sulla società e sulla scienza. Professore emerito di fisica alla Sapienza, Carlo Bernardini ha contribuito a guidare la protesta. Critico delle posizioni della chiesa dalla riproduzione assistita fino alla terapia del dolore per i malati terminali, Bernardini racconta a Stefania Maurizi perché è tempo di tornare sulle barricate.

Lei ha 78 anni, che cosa l’ha spinta a prendere una posizione pubblica e a protestare apertamente contro la visita del papa?

I miei colleghi e io non potevamo accettare che il capo di quella potenza straniera – e uso deliberatamente ‘potenza’ anziché ‘paese’ – fosse venuto qui a fare un discorso.

Perché no?

In questa università insegniamo ai nostri studenti che devono imparare a ragionare attraverso i processi induttivi, a dubitare di quello che imparano attraverso le loro interpretazioni personali e a rigettare i pregiudizi, che purtroppo nella tradizione cattolica dilagano. Sono fermamente convinto che è impossibile conciliare il pensiero dogmatico della Chiesa cattolica con la fenomenologia alla base della ricerca scientifica. Durante la cerimonia di apertura, il nostro pro-rettore ci ha letto il discorso che il papa aveva preparato e che, in soldoni, diceva che la scienza non raggiunge alcuna verità senza la fede: è esattamente questo il motivo per cui noi ritenevamo quel discorso inappropriato in questa sede.

Chi ha criticato la vostra iniziativa, sostiene che avreste dovuto permettere al papa di parlare comunque e poi avreste dovuto opporgli le vostre ragioni. Come replica a questa obiezione?

Dicendo che non ci sono domande e risposte con il papa, specialmente con questo papa. Parla la lingua del dogma. Basta guardare a quello che è successo a Padre Coyne, il gesuita e astronomo che ha guidato l’Osservatorio Vaticano per decenni. Ufficialmente, ha lasciato il suo posto all’Osservatorio per ragioni di salute. Ufficiosamente, è rimasto vittima delle sue critiche aperte alla teoria del disegno intelligente. E poi siamo noi gli intolleranti?

Crede che, in generale, la chiesa abbia un ruolo negativo nella scienza italiana?

Quello che le gerarchie cattoliche stanno facendo alla scienza e alla società italiana è veramente dannoso. I conflitti su staminali, riproduzione assistita, AIDS, aborto, contraccezione e terapia del dolore per i malati terminali stanno paralizzando l’Italia. Sono problemi veramente delicati: contribuiranno a decidere il futuro della nostra società. In tutto il mondo stanno cercando di affrontare queste tematiche, che richiedono capacità di valutare, non propaganda. Non è possibile discutere di questi temi in termini di slogan emotivi, giocando la carta dell’ignoranza dell’elettorato italiano, come fa la chiesa. Hanno fatto della fecondazione assistita una nuova crociata. E personalmente ritengo abominevole la loro diffidenza per la terapia del dolore per i malati terminali, sembra quasi che tendano a credere che il dolore redime l’essere umano.

Sono le scienze della vita che hanno riportato i cattolici sul terreno di battaglia. Le scienze della vita danno l’occasione a queste persone di imporre a tutti noi il loro fondamentalismo religioso. Nella fisica, nella matematica e nella chimica, c’è meno spazio per i dibattiti etici. Ovviamente possiamo discutere sul fatto se sia o meno accettabile usare la fisica nucleare per costruire armi, ma tutti supportiamo il disarmo. E c’è poco da discutere di etica nel lavorare con i protoni. Ma con le scienze della vita, io credo che siamo solo all’inizio di questo aspro scontro.

Eravate solo in 67 a protestare contro la visita del papa alla Sapienza. Quanto supporto avete?

Abbiamo firmato la lettera al rettore solo in 67, ma migliaia di persone ora supportano la nostra iniziativa firmando documenti online. Quello che mi preoccupa è la reazione dei media italiani, dei commentatori e anche dei politici di sinistra. Il loro unico argomento era: sono intolleranti, hanno tappato la bocca al papa. Ma il papa parla continuamente. Siamo noi ad avere problemi a far circolare le nostre idee. La chiesa possiede college e università in tutto il mondo. Possiede radio, TV, giornali, settimanali.

Secondo un’inchiesta recente del quotidiano italiano La Repubblica, la chiesa costa ogni anno all’Italia circa 4 miliardi di dollari.

Mi chiedo perché dobbiamo dare tutti questi soldi a loro, invece che a Medici Senza Frontiere. In Italia ci sono 25.000 insegnanti di religione. Sono pagati dallo stato e arruolati dai vescovi, che non li selezionano con un esame, come avviene per tutti i professori del mondo, ma li scelgono secondo dei criteri tutti loro,così quando un insegnante divorzia e poi si risposa, non può più insegnare religione. Qual è lo scopo di tutto questo? Indottrinare bambini, perché in Italia l’ora di religione non è un’ora di storia delle religioni, ma piuttosto un’ora di catechismo della chiesa cattolica. Per me è inaccettabile: vorrei che le persone mantenessero la loro libertà intellettuale. Se poi da adulti vogliono diventare cattolici, per me va benissimo, ma devono sceglierlo liberamente.

Lei ha ricevuto un’educazione religiosa?

Vengo da una famiglia di intellettuali che tenevano in grande considerazione l’istruzione. Mio padre disprezzava profondamente i fascisti, i preti e i militari. Ho ricevuto un’educazione che mi ha insegnato a diffidare delle gerarchie e delle verità di cui i preti andavano parlando, senza però diffidare di Gesù, un rivoluzionario che stava sempre dalla parte dei poveri, esattamente come non diffido di Buddha o Confucio.

Lei è arrivato alla Sapienza negli anni ’50 per studiare fisica. Erano gli anni d’oro della scienza italiana. Poi che è successo?

Era un posto eccitante in cui lavorare. C’erano grandi fisici, come Edoardo Amaldi ed Enrico Persico. Poi sono successe molte cose e ora il nostro declino è grave. Amaldi e Persico erano dei talent scout: sceglievano i migliori e li facevano crescere. Oggi, la fuga di cervelli sta strappando all’Italia le nostre menti migliori. La mancanza di fondi, la burocrazia, la politica, il revival cattolico e la pochissima considerazione di cui godono oggi la scienza e la cultura in Italia stanno rendendo le cose ancora peggiori.

Prendiamo il caso di Luciano Maiani, il fisico di fama mondiale che è stato nominato a capo del Consiglio Nazionale per la Ricerca proprio prima che scoppiasse questa controversia sul papa. Dopo aver firmato la lettera al rettore contro la visita del papa, alcuni politici italiani di destra hanno messo in discussione la sua nomina. Probabilmente la nomina sarà confermata, ma quei politici hanno probabilmente voluto mandargli un segnale: chi tocca il papa, muore•

Profilo

Carlo Bernardini è nato a Lecce, Italia, nel 1930. Si è laureato in fisica a La Sapienza nel 1952 e ha contribuito a costruire il primo anello di accumulazione. Già professore di metodi matematici per la fisica a La Sapienza, è un ex senatore italiano ed è il co-fondatore dell’Unione Scienziati per il Disarmo (USPID).