Home page Interviste

INTERVISTA A STEVE WRIGHT

Di Stefania Maurizi

(Versione originale dell’intervista pubblicata su “TUTTOSCIENZE” de LA STAMPA, 15 Febbraio 2006)

Informatici, fisici, ingegneri, linguisti e tanti matematici: è l'agenzia che ne arruola più di qualsiasi altro ente negli USA, se non nel pianeta. La National Security Agency (NSA) - balzata di nuovo agli onori della cronaca nel dicembre scorso per aver illegalmente spiato dei cittadini americani - è una delle istituzioni più misteriose mai create. Se di essa sappiamo qualcosa, è anche grazie a gente come Steve Wright. Ricercatore alla Leeds Metropolitan University (UK),Wright è l'esperto che ha elaborato per conto del Parlamento Europeo il primo Rapporto STOA su Echelon, creatura dell’NSA. Gli abbiamo chiesto di raccontarci quello che sa.

Dottor Wright, cos’è la NSA?

E’ il cervello del presidente degli Stati Uniti, un’agenzia americana d’intelligence che non usa romantici 007 alla Bond, ma satelliti, computer potentissimi e tutta una serie di tecnologie per spiare un volume impressionante di comunicazioni: telefonate, email, fax. Si stima che già nel ‘92 riusciva a intercettare qualcosa come 2 milioni di telefonate all’ora.

Parliamo delle tecnologie a cui accennava.

Il grosso delle tecnologie di sorveglianza della NSA è nello spazio, tipo i satelliti spia del sistema “Vortex”. E la rivoluzione dei telefonini non ha fatto che peggiorare la situazione. Ci sono per esempio tecnologie come “System X” che permettono di trasformare il cellulare in un microfono: se lei dorme con il cellulare in camera e la sera chiacchiera di politica, religione o vita privata, il suo telefonino può registrare la conversazione e la NSA può ascoltarla. O anche, se dopo questa intervista torna a Roma, la NSA può conoscere ogni suo spostamento grazie al suo telefonino e i dati degli spostamenti vengono conservati per anni. Non credo che la gente non se ne renda conto: è un potere impressionante. E non stiamo parlando di diavolerie alla James Bond, da usare contro le spie o i diplomatici di alto livello, parliamo di tecnologie comuni che l’NSA può usare contro qualunque privato cittadino.

Quando ha cominciato a occuparsi di queste cose?

Negli anni ’70. Fotografai delle antenne in un campo vicino alla mia università e che ufficialmente servivano per le comunicazioni USA-UK. Stranamente, però, puntavano in una direzione che non quadrava con le spiegazioni ufficiali, così cominciai a fare delle mappe e a cercare di capire. Non potevo saperlo, ma erano del sistema Echelon.

E arrivarono gli “uomini in nero”?

Arrivarono degli agenti che mi prelevarono da casa, fui arrestato e l’università subì un raid. Arrestarono anche Duncan Campbell, il grande giornalista investigativo che ha scritto per primo di Echelon. Da allora, non mi sono più occupato della cosa fino al ’96, quando il Parlamento Europeo mi commissionò il rapporto STOA...Comunque nel cercare di bloccare la nostra ricerca e di spaventarci, la NSA ha reso consapevole l’opinione pubblica del problema.

Va detto, però, che la NSA non è la sola agenzia che usa tecnologie inquietanti per il controllo politico...

Certo, tanto per fare un esempio, in questi giorni si discute molto di una tecnologia che il dipartimento americano della difesa ha reso noto di voler costruire. L’idea è mettere a punto una macchina della verità da usare a distanza senza che il soggetto si sottoponga volontariamente al test e senza che ne sia consapevole, una specie di laser da sparare contro un soggetto per misurarne parametri come il battito cardiaco o la respirazione, così da rilevare le alterazioni tipiche di un soggetto che mente. Se verrà messa a punto, sarà a di poco disturbante. Immaginiamo di sottoporre il vostro Berlusconi a una serie di domande sulla sua integrità: il laser, a sua insaputa, ne testa le risposte, che finiscono online in tempo reale. Collegandosi a internet, tutti possono concludere: ecco, qui Berlusconi mente, qui dice la verità, qui mente di nuovo...

Tornando alla NSA, all’inizio lei è stato molto criticato e il suo rapporto contestato perché non portava alcuna prova dell’esistenza di Echelon, ora però nessuno mette più in dubbio che esista. Secondo lei è già superato?

Personalmente, credo di sì. Echelon era un modo di descrivere un insieme di tecnologie tra le più complicate mai inventate dalla razza umana e probabilmente è stato sostituito da centinaia di sottosistemi, con la branca italiana del sistema che avrà un nome italiano. Ormai il tasso di innovazione è tale che andiamo verso una fusione tra tecnologie di sorveglianza e armi, basta pensare a come è stato ammazzato il leader dei ceceni, il generale Dudayev.

Non è ancora un mistero?

I russi non riuscivano a farlo fuori, perché era un “bersaglio mobile”, si nascondeva in zone difficilmente accessibili e cambiava posto, ma la NSA trovò la soluzione. Intercettò il telefonino di Dudayev e a quel punto il gioco era fatto: Dudayev fu fatto saltare in aria con un missile sintonizzato sul segnale del telefonino.

E Bin Laden e Al Qaeda?

Sono tornati indietro nel tempo, alle comunicazioni primitive: messaggeri, riunioni in cima alle montagne, perché ormai tutto il resto è intercettabile. L’11/9 è stato possibile perché la NSA ha fallito, eppure non solo non è stata punita, è stata premiata con un budget enorme. Perciò la vera domanda è: perché il governo USA continua a investire una mole pazzesca di soldi in un sistema che il principale nemico ha dimostrato di saper aggirare? La lotta al terrorismo non sarà una cortina fumogena? Un modo per sviluppare al massimo questo sistema per poi usarlo chissà come?