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ISLAM: DALL’ALGEBRA AL TERRORISMO - INTERVISTA A PERVEZ HOODBHOY

Di Stefania Maurizi

Pubblicato su Tuttoscienze de LA STAMPA, 8 settembre 2004

Hanno fondato l’algebra; tradotto e tramandato le opere dei grandi geometri e pensatori greci; forse, senza di loro la sapienza di Euclide o di Archimede non ci sarebbe mai arrivata. Tra il IX e il XIII secolo, mentre l’Europa annaspava nel buio Medioevo, gli unici che producevano scienza di altissimo livello erano gli arabi, i musulmani. E oggi qual è il rapporto tra scienza e Islam? Abbiamo rivolto questa domanda a Pervez Hoodbhoy. Professore di fisica nucleare all’università di Islamabad, Pakistan, e medaglia Abdus Salam per la matematica 1984, Hoodbhoy non è solo un fisico di fama internazionale, è anche un coraggioso intellettuale le cui analisi sono apparse sui grandi giornali del mondo, da Washington Post a Le Monde.

Professor Hoodbhoy, qual è lo stato della scienza nel mondo islamico?

Purtroppo le cose vanno molto male. I musulmani sono 1 miliardo, sparsi in 48 paesi: nessuno di questi paesi ha un sistema d’istruzione di qualità o un’università di livello internazionale. Con l’eccezione forse della Turchia e dell’Iran, nei paesi musulmani non si fa ricerca scientifica originale, si cerca di acquisire tecnologie che esistono già nel resto del mondo, soprattutto quelle finalizzate alla difesa. Insomma, la situazione è veramente deprimente, ma è così da secoli.

Però nell’età d’oro dell’Islam _ tra il IX e il XIII secolo_ le cose andavano diversamente. Che è successo dopo?

Allora l’Islam era stabile, in espansione e ricco _ quindi almeno una minoranza di persone poteva permettersi di dedicarsi alla scienza, alla filosofia e a tutte le attività che non hanno a che fare con i bisogni immediati_ ma soprattutto erano secoli di tolleranza in cui la razionalità aveva la meglio, perciò la scienza fiorì.

Non c’era anche allora il fanatismo religioso?

C’era, ma i fautori del razionalismo e di una società aperta prevalevano. Poi, però, l’ortodossia religiosa si risvegliò. Guidati dall’Imam Al-Ghazali, gli oscurantisti predicarono il primato della rivelazione sulla ragione, condannarono la matematica come un’attività capace di contaminare l’anima e insegnarono che l’uomo non può fare previsioni sul mondo naturale, solo dio può. La perdita della tradizione razionalista fu una tragedia da cui il mondo islamico non si è ancora ripreso. Si continua a ripetere che l’Islam è pace, ma che dopo l’11 settembre è caduto in mano ai fanatici. Ma la religione islamica, come del resto quella cristiana o ebraica, non è né pace né guerra: è un sistema di valori assoluti e chi ci crede ritiene di avere il diritto divino di imporli agli altri. Quando l’Europa era dominata dalla religione, i cattolici massacravano i protestanti e viceversa. Così succede nel mondo islamico: sciiti contro sunniti, sunniti contro ahmadi, fedeli contro infedeli. Se c’è stato un momento storico preciso in cui l’Islam è caduto nelle mani dei fanatici, allora questo non è l’11 settembre, è il XIII secolo.

Lei attribuisce il declino della scienza e della razionalità nella società islamica al risveglio dell’ortodossia, però anche l’Occidente però ha avuto problemi enormi con la religione, eppure ha prodotto la rivoluzione scientifica.

Sì, ma ha dovuto combattere e sconfiggere la Chiesa Cattolica.

Avete avuto anche voi i vostri Galileo e Giordano Bruno?

Non abbiamo avuto persecuzioni in grande stile, perché nell’Islam non c’è un’autorità centrale analoga a quella del papa, ma molti dei grandi della scienza islamica sono stati perseguitati da sultani o leader religiosi.

E vengono ancora perseguitati, gli scienziati? Come per esempio succede agli scrittori tipo Rushdie.

No, anche se in Pakistan e in Arabia è vietato insegnare la teoria dell’evoluzione, mentre in Iran è permesso. Sono finiti i tempi in cui lo scienziato si occupava di problemi affrontati dalla Bibbia o dal Corano e che in fondo tutti potevano capire: il sole gira intorno alla terra o viceversa? Ormai la scienza è diventata incomprensibile agli stessi studiosi che non si occupano di una stessa area di specializzazione: un fisico delle particelle non capisce più un biofisico. Così le autorità religiose islamiche non si interessano più alla scienza, mentre la letteratura ruota da sempre intorno a idee che il grande pubblico può capire.

Se non altro, di circa 500 premi Nobel per la scienza assegnati dall’Accademia di Svezia, 2 sono andati a scienziati musulmani e uno di questi era il grande fisico pakistano Abdus Salam, un credente…

Sì, ma era di una setta islamica particolare, gli ahmadi, che furono messi fuori legge dal parlamento pakistano nel ‘74: sono considerati eretici e duramente perseguitati. E così oggi gli studenti pakistani ignorano un grande come Salam.

Che invece lei ha conosciuto bene.

Certamente. E il mio dispiacere più grosso è che non abbiamo mai potuto invitarlo una sola volta nel nostro ateneo, perché sarebbe stato troppo pericoloso per lui: il mio vicino di studio, un armadi anche lui, è stato ammazzato. E’ morto nella mia macchina, mentre lo portavo in ospedale, dopo che gli avevano sparato.

Se i fanatici sparano ai credenti, lei come sopravvive in Pakistan?

Finora sono sopravvissuto…I musulmani sono così impegnati a massacrarsi tra loro_ sciiti contro sunniti, ecc._ che noi laici non siamo la loro principale preoccupazione, anche perché siamo così pochi!

Tra l’altro, forse lei è ancora più a rischio, perché fa ricerca in Pakistan, ma si è formato in uno dei templi della scienza occidentale: il MIT di Boston, dove è anche visiting professor. La considerano “corrotto” dall’Occidente?

Sì. E le mie idee non piacciono affatto ai miei colleghi, ma io ripeto sempre che la razionalità e il libero pensiero, che sono i valori alla base dell’attività di qualsiasi scienziato degno di questo nome, non sono né occidentali né orientali: sono universali. Come dicevamo, anche la civiltà islamica ha avuto una brillante tradizione razionalista e scientifica, che però è svanita.

Leggendo i suoi articoli su scienza e Islam, quello che colpisce non è solo lo stato deprimente della scienza, ma anche il fatto che la pseudoscienza prospera. Per esempio, lei racconta che, poiché secondo il Corano dio ha creato angeli e geni dal fuoco, un ingegnere nucleare pakistano ha proposto di risolvere i problemi energetici del paese catturando i geni ed estraendo la loro energia!

Quello che è scioccante è che un’idea del genere non viene da uno di quegli scienziati pazzi che s’incontrano un po’ovunque, viene da un ottimo ingegnere nucleare, che tra l’altro è stato arrestato per i suoi rapporti con Bin Laden.

Beh, se Al Qaeda arruola ingegneri che pensano di ricavare energia dal genio della lampada, allora possiamo stare tranquilli!

Mica tanto! E’ gente che ha competenze solide: quell’ingegnere ha progettato una centrale nucleare in Pakistan. Noi pensiamo che Al Qaeda sia costituita da persone povere e poco istruite, ma non è vero: i leader vengono dalle élite tecniche, hanno studiato. E il caso di questo ingegnere la dice lunga su quello che il fondamentalismo religioso può fare alle facoltà mentali di una persona…

Dopo l’11 settembre abbiamo visto spesso le immagini dei due principali protagonisti del “Secolo del Terrore”: Bush e Bin Laden. Il primo scende da elicotteri pieni di diavolerie high-tech, il secondo scende dalle montagne con un bastone; sembrano di due epoche storiche diverse. I musulmani si rendono conto che la vera fonte di potere della società occidentale è la tecnologia, che è una ricaduta della scienza?

Quella musulmana è una società pragmatica: non rimpiange l’arretratezza scientifica, ma quella tecnologica, perché la tecnologia dà potere e ricchezza. Anche i fondamentalisti cristiani disprezzano il metodo scientifico e intellettualmente lo temono, ma a differenza di quelli islamici, sono consapevoli che la scienza porta con sé la superiorità tecnologica, con cui si può conquistare il mondo. Tuttavia, i neoconservatori americani dimenticano che la schiacciante superiorità militare _ frutto appunto di una schiacciante superiorità tecnologica_ ormai non è più sinonimo di sicurezza: in quanti paesi un cittadino americano può camminare tranquillo, oggi? Per il loro disprezzo delle leggi internazionali, gli USA si sono fatti nemici ovunque.

E noi, che siano intrappolati in questo secolo, a cosa possiamo affidare la nostra speranza di sopravvivenza?

Certamente non alla religione: se in passato i conflitti religiosi hanno fatto milioni di morti, oggi, che esistono le armi di distruzione di massa, possono mandarci tutti insieme all’altro mondo. Abbiamo un’unica via: quella della razionalità, che ha prodotto la scienza, il Secolo dei Lumi e società tolleranti in cui tutti gli uomini e, sottolineo, tutte le donne hanno diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità.

E le forze della ragione riusciranno a prevalere prima che quelle dell’irrazionalità ci mandino all’altro mondo?

E’ una corsa contro il tempo.