L’UOMO CHE CLONERA’ GLI EMBRIONI UMANI - INTERVISTA A MIODRAG STOJKOVIC
Di Stefania Maurizi
Pubblicato su “LA STAMPA”, 14 agosto 2004
Scelta disumana, esperimenti nazisti: queste sono solo due delle reazioni indignate registrate in Italia dopo l’annuncio della Human Fertilisation and Embryology Authority (HFEA) di autorizzare un team di ricercatori inglesi a procedere con la clonazione di embrioni umani a fini terapeutici. L’Inghilterra è così la prima in Europa a iniziare questo tipo di esperimenti e anche se la decisione della HFEA _l’agenzia che in Inghilterra disciplina e sorveglia tutta la medicina riproduttiva e gli esperimenti sugli embrioni_ riguarda solo l’Inghilterra, scontri e polemiche sono rimbalzate subito anche in Italia. Proprio in seguito a queste polemiche, abbiamo deciso di “andare alla fonte”, intervistando Miograd Stojkovic, professore all’università di Newcastle e che, insieme alla professoressa Alison Murdoch, guiderà il team che condurrà questi esperimenti.
Professor Stojkovic, ora che avete ottenuto l’autorizzazione quale sarà il primo passo?
Prima di tutto cercheremo di ottenere cellule staminali embrionali a partire dagli embrioni umani clonati, poi punteremo a capire qualcosa sul comportamento di queste cellule e dopo ci focalizzeremo sul loro impiego nella cura del diabete.
Quindi non è certo che clonando gli embrioni si riesca poi ad estrarre da essi staminali embrionali?
Richiede un lungo cammino, ma ora che abbiamo ottenuto l’autorizzazione possiamo cominciare. Un team della Corea del Sud, che proprio quest’anno ha lavorato su questo problema, ha dimostrato che la cosa funziona: ha estratto staminali embrionali a partire da embrioni umani clonati e provato che queste cellule hanno la capacità di differenziarsi e produrre molti tipi di cellule.
Alcuni scienziati dicono sì alle staminali, ma no alla clonazione, neppure per fini terapeutici.
Le staminali possono essere adulte o embrionali. Le prime non pongono i problemi etici delle seconde, però purtroppo non hanno la stessa le capacità di differenziarsi delle embrionali. E quindi dal punto di vista medico non sono altrettanto preziose. Le embrionali, invece, si possono ottenere in due modi: o attraverso cellule uovo fecondate o appunto con la clonazione a partire da cellule uovo non fecondate. Ma entrambe le tecniche sono eticamente controverse, perché richiedono di creare un embrione umano e di distruggerlo. Sebbene venga distrutto nelle primissime fasi di sviluppo, gruppi religiosi, antiabortisti e altri sostengono che l’embrione, indipendentemente dallo stadio di sviluppo raggiunto, è comunque un essere umano.
Prima di entrare nel problema etico, vorremmo capire quello scientifico, perché la controversia sulle staminali non è solo etica, è anche scientifica: secondo alcuni scienziati, infatti, per le terapie mediche non sono indispensabili le embrionali, bastano le adulte, che appunto non pongono i problemi etici delle altre. Perché vuole usare le embrionali e la clonazione?
Come dicevo prima, le adulte non hanno la stessa capacità di differenziarsi delle embrionali. E questa differenza è cruciale. La ricerca su tutte le staminali, embrionali e adulte, esiste da pochissimi anni, per cui quanti sostengono che bastano le adulte, non possono avere gli elementi per dirlo, proprio perché la ricerca è all’inizio e per quello che sappiamo fino ad oggi le adulte non possono fare affatto quello che fanno le embrionali.
Però anche lei non può dire questo con certezza, proprio perché gli studi sono all’inizio.
Sì, però se rinunciamo allo studio delle embrionali in questa fase iniziale della ricerca, in cui di queste cellule sappiamo veramente poco, ci tagliamo fuori possibilità tanto promettenti e rischiamo di fallire. Perseguendo entrambe le vie, invece, chi si occupa delle adulte può imparare da chi studia le embrionali e viceversa, arrivando a capire come funzionano tutte.
Oltre a ottenere materialmente le embrionali, a cosa serve esattamente la clonazione?
Innanzitutto a capire come le staminali embrionali si riprogrammano e diventano per esempio cellule nervose o del pancreas, poi serve a fini terapeutici per ottenere staminali embrionali da impiantare nel paziente senza rischi di rigetto: essendo state ottenute da un paziente attraverso la clonazione, infatti, sono geneticamente identiche alle cellule di quel paziente, che le riconosce come “roba sua”.
In seguito alle pressioni di gruppi religiosi, antiabortisti ecc.. negli USA l’amministrazione Bush ha vietato la ricerca pubblica sulle embrionali, ovvero si può fare, ma solo con fondi privati. E’ sensato?
No, perché decine di anni di ricerca scientifica su temi anche delicatissimi dimostrano che se la ricerca è condotta nei laboratori pubblici, allora i ricercatori possono parlare liberamente, i laboratori sono aperti ai visitatori e alle ispezioni, che garantiscano che nulla è nascosto. Questo noi l’abbiamo toccato con mano proprio in occasione di questa autorizzazione: prima di procedere nella ricerca, abbiamo dovuto chiedere un permesso ad un’autorità preposta a vigilare, che prende decisioni in base a regole precise e si consulta con esperti che rappresentano tutta una pluralità di opinioni. Quando invece la ricerca s’inabissa nel privato, diventa molto complicato capire chi fa cosa e perché: subentrano segreti commerciali, brevetti che impongono la segretezza e interessi colossali.
A proposito di interessi, secondo alcuni, la vera molla che spinge l’Inghilterra verso la clonazione terapeutica è la prospettiva che le sue aziende biotech possano fare grossi affari e trovarsi in una posizione dominante nel mercato internazionale, visto che gli USA hanno tagliato le gambe alla ricerca sulle embrionali proprio in questa fase promettente. Ma è vero che le aziende farmaceutiche e biotech sono così interessate alle staminali? Voglio dire, ammesso che si arrivi davvero a guarire con le staminali, non è interesse delle aziende farmaceutiche far sì che i pazienti prendano pillole a vita _ da pagare appunto per tutta la vita_ piuttosto che risolvano definitivamente i loro problemi di salute con le staminali?
Sì, però le aziende farmaceutiche hanno grossi interessi a fare esperimenti sugli embrioni per studiare gli effetti dei farmaci su di essi. Comunque, vorrei chiarire che il nostro gruppo non è legato ad alcuna azienda farmaceutica o biotech.
Parliamo ora di problemi etici; uno di questi è che la scienza su cui si fonda la clonazione terapeutica è simile a quella della clonazione riproduttiva, ossia per produrre “bambini fotocopia”. Come risponde a chi accusa il suo team di rischiare di aprire la strada a quest’ultima?
Dicendo che tutte le tecniche di clonazione si basano sugli studi fatti sugli animali, da questo punto di vista la nostra ricerca non aggiunge nulla. Sul web ci sono migliaia di studi sulla clonazione riproduttiva di animali e chiunque voglia perseguire la clonazione riproduttiva umana può usarli e perfezionarli sull’uomo.
Come ridurre drasticamente questo rischio?
Con controlli seri. Per questo è importante che la ricerca sia trasparente.
Infine, come risponde a chi la accusa di distruggere una vita, quando distrugge un embrione seppure di pochissimi giorni?
La religione non è la materia in cui sono più ferrato, comunque, ammesso che ci si debba affidare ad essa per stabilire cos’è la vita e quando comincia, i cattolici dicono che comincia al momento del concepimento, gli ebrei 40 giorni dopo, i musulmani 120 giorni dopo; a chi bisogna dar retta?