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L’ATOMICA DI HITLER - INTERVISTA A CARL FRIEDRICH VON WEIZSAECKER

Di Stefania Maurizi

Pubblicata su Tuttoscienze deLA STAMPA, 28 agosto 2002

La costruzione della prima bomba atomica americana fu l’impresa del secolo, che certamente ha suscitato sensi di colpa e giustificazioni rassicuranti, ma che, di certo, non è stata al centro di controversie aspre come quelle suscitate dalla mancata costruzione dell’atomica tedesca. Le polemiche hanno investito, in modo particolare, due premi Nobel per la fisica ritenuti non solo due grandi fisici del Novecento, ma anche due grandi persone: il tedesco Werner Heisenberg, che lavorò all’atomica nazista, ed il danese Niels Bohr, maestro ed amico di Heisenberg, che nel 1943 fuggì dalla Danimarca, occupata dai tedeschi, ed andò in America a lavorare alla bomba per gli Alleati. Il dibattito sul tema continua ininterrottamente dagli anni ’50, dopo la pubblicazione del libro “Gli apprendisti stregoni”, in cui il giornalista Robert Jungk suggerì l’idea che gli scienziati tedeschi avevano cercato di prevenire, per ragioni morali, la costruzione di un’atomica nazista. Il dibattito è stato rinverdito negli anni da documenti talvolta illuminanti, come le trascrizioni delle conversazioni di Farm Hall, pubblicate solo nel 1992. Dal luglio al dicembre 1945, Heisenberg ed altri importanti scienziati tedeschi furono internati, come prigionieri degli Alleati, in una casa di campagna inglese, chiamata Farm Hall, e tutte le loro conversazioni furono registrate, a loro insaputa, dai servizi segreti inglesi.

Al diluvio di libri ed articoli sul tema, nel 1998, si è aggiunta la pièce teatrale "Copenhagen” del drammaturgo inglese Michael Frayn, che non ha mancato di suscitare accese polemiche e critiche, ad alcune delle quali Frayn ha replicato dicendo: “Bohr continuerà ad ispirare rispetto ed amore, nonostante il suo coinvolgimento nella costruzione delle bombe di Hiroshima e Nagasaki, e [Heisenberg] continuerà ad essere guardato con sospetto nonostante non abbia ucciso nessuno”. Proprio in seguito alle polemiche scatenate da “Copenhagen”, la famiglia Bohr ha deciso di pubblicare, nel febbraio scorso, le lettere che Bohr scrisse ad Heisenberg, dopo la pubblicazione del libro di Jungk, lettere che Bohr non spedi' mai al destinatario. Bohr, Heisenberg e quasi tutti i protagonisti rilevanti della mancata bomba nazista sono ormai morti, rimane un solo testimone autorevole di quei fatti: Carl Friedrich von Weizsaecker, fisico nucleare di primo piano, allievo ed amico di Heisenberg, e figlio di Ernst von Weizsaecker, che dal 1938 al 1943 fu il numero due del Ministero degli Esteri di von Ribbentrop. Nonostante la veneranda età, il novantenne von Weizsaecker ha accettato di raccontarci la sua versione dei fatti in questa intervista telefonica.

Professor Weizsaecker, quando iniziò a lavorare alla bomba?

Nel settembre del 1939, quando scoppiò la guerra, io fui immediatamente arruolato nell’esercito, ma dopo due settimane mi richiamarono per lavorare ad un progetto riguardante le armi

Che rapporti aveva con la Deutsche Physik, la corrente filonazista della fisica tedesca che condannava la Relatività e la meccanica quantistica come “fisica giudaica”?

La Deutsche Physik era un’assurdità ed io non avevo rapporti con essa.

Come venne a sapere della possibilità di usare la reazione a catena per costruire la bomba atomica?

Beh, ero un fisico nucleare e tutti i fisici del mondo, che avevano capito il lavoro di Otto Hahn sulla fissione, si erano resi conto immediatamente di questa possibilità.

Perché lei, Heisenberg ed Hahn accettaste di lavorare alla bomba atomica per i Nazisti?

Ci rendemmo conto molto presto che quest’arma era possibile, in linea di principio, e poiché ci aspettavamo che gli Inglesi e gli Americani volessero costruirla, pensammo che anche la Germania dovesse averne la capacità. Ma ciò non era dovuto ad Hitler, per noi Hitler era sempre stato un malvagio, pensavamo che la bomba avrebbe potuto essere necessaria alla nostra nazione.

Come deterrente?

Non potevamo saperlo.

Ma la vostra nazione era sotto il dominio di Hitler, non avevate paura di mettergli in mano un’arma micidiale?

Posso solo dire che, quando iniziai a lavorare alla bomba, ebbi l’idea che se fossi stato capace di costruirla, forse avrei potuto parlare con Hitler e convincerlo ad adottare una politica migliore, ma quest’idea era sbagliata, e quando ci rendemmo conto di non poter costruire la bomba, io fui contento di non essermi ritrovato nella difficile situazione di dover parlare con Hitler.

Perché non costruiste la bomba?

Non avevamo le risorse necessarie. Credo che, per la bomba, gli americani spesero mille volte la somma che spendemmo in Germania, e noi non potevamo spendere così tanto. E rimanemmo molto sorpresi quando sapemmo che gli americani avevano costruito la bomba in pochissimo tempo.

Comunque, aveste anche problemi di tipo scientifico, problemi con la separazione degli isotopi dell’uranio e con i sabotaggi degli Alleati ai vostri impianti di produzione dell’acqua pesante.

Si.

Quando terminò il programma di costruzione dell’atomica?

Giungemmo alla conclusione che non eravamo in grado di costruirla dopo un anno e mezzo, più o meno. E solo dopo aver realizzato ciò, Heisenberg decise di andare a parlare con Bohr.

Parliamo di quel famoso incontro tra Bohr ed Heisenberg a Copenhagen, nel settembre del ‘41.

Accompagnai Heisenberg a Copenhagen, ma non all’incontro. Heisenberg non aveva la certezza che anche gli inglesi e gli americani non fossero in grado di costruire la bomba e non poteva parlare con i suoi amici inglesi o americani, perché probabilmente non gli avrebbero creduto. Tuttavia, credeva che se avesse detto a Bohr che noi tedeschi non potevamo costruire la bomba, Bohr avrebbe potuto parlare con gli Alleati e dire loro di non costruirla, proprio perché noi non eravamo in grado di farlo.

Quando il colloquio tra i due ebbe luogo, erano liberi di parlare?

In un certo senso,si. Heisenberg poteva parlare sapendo che le autorità militari tedesche non erano a conoscenza dello scopo del colloquio e la conversazione ebbe luogo durante una passeggiata. Comunque, Heisenberg usò un linguaggio molto indiretto, dal momento che sapeva di rischiare la testa parlando di un progetto segreto ad uno straniero.

In una delle lettere rilasciate a febbraio e riguardanti l'incontro in questione, Bohr scrive ad Heisenberg: “ …tu e Weizsaecker esprimeste la vostra convinzione che la Germania avrebbe vinto [la guerra] e che perciò era piuttosto insensato per noi…essere restii riguardo a tutte le offerte tedesche di cooperazione. Io mi ricordo in modo piuttosto preciso anche la nostra conversazione nel mio ufficio all’Istituto quando in termini un po’ vaghi tu parlasti in modo che poté darmi solo la chiara impressione che, sotto la tua leadership, in Germania veniva fatto di tutto per sviluppare armi atomiche e che tu….avevi passato gli ultimi due anni lavorando più o meno esclusivamente a tale preparativi” ( si ringrazia il Niels Bohr Archive di Copenhagen per l’autorizzazione a citare i contenuti delle lettere, consultabili al sito web www.nba.nbi.dk). Insomma, dalle lettere di Bohr emerge una versione completamente diversa di quell’incontro, com’è possibile?

Quando Heisenberg iniziò a parlare di reazioni nucleari, Bohr disse immediatamente: “Non voglio parlare con te di queste cose” e, dopo la guerra, io seppi da uno dei figli di Bohr che Bohr pensava che Heisenberg lo volesse indurre a lavorare all’atomica con la Germania, e poiché lui non voleva lavorarci, lo fermò immediatamente.

Ma nelle lettere c’è scritto che Bohr ascoltò in silenzio i discorsi di Heisenberg e non che lo fermò immediatamente.

Beh, Bohr non lo fermò immeditamente. Heisenberg iniziò a parlare di reazioni nucleari e dopo un po’ avvertì che Bohr non voleva continuare.

Lei ed Heisenberg eravate due tedeschi che lavoravano all’atomica e, quando andaste da Bohr, la Danimarca era sotto l’occupazione nazista. La vostra posizione poteva, ovviamente, dare adito ad ambiguità. Se Heisenberg era libero di parlare, perché non andò dritto al messaggio?

Io non ero presente al colloquio, ma certamente era troppo pericoloso, come le ho già detto.

Heisenberg disse a Bohr che la Germania avrebbe vinto la guerra?

Nel settembre del ’41 la Germania aveva appena sconfitto la Francia, e dunque Heisenberg potrebbe anche aver detto a Bohr una cosa del genere, ma, all’inizio della guerra, era convinto che Hitler stesse andando incontro alla catastrofe e questo si rivelò vero, alla fine.

Un altro mistero di quell’incontro è il disegno di un reattore che pare che Heisenberg abbia dato a Bohr. Lei ne sa qualcosa?

No.

In un’intervista rilasciata nel 1967 e pubblicata nel libro “Atomic Bomb Scientists, Memoirs 1939-1945”, Heisenberg disse che, prima che Bohr andasse in America, l’Istituto di Bohr di Copenhagen fu salvato dall’occupazione nazista grazie a suo padre Ernst von Weizsaecker, che protesse anche Bohr dall’esercito di occupazione. Lei conferma ciò?

Certamente mio padre aiutò molti danesi, ma non so precisamente di questa storia di Bohr.

Secondo il libro “La guerra di Heisenberg” del giornalista Thomas Power, Heisenberg “boicottò” l’atomica tedesca, tenendo volutamente nascosto il suo expertise ai Nazisti. Ma Heisenberg sapeva davvero come costruire la bomba?

Tutti i bravi fisici la sapevano costruire, in linea di principio.

Beh, in linea di principio, si, ma in pratica?

In linea di principio, Heisenberg era in grado di farlo, ma era cosciente del fatto che non potevamo costruirla, viste le condizioni in cui lavoravamo. Da parte mia, io fui molto contento quando realizzai che non potevamo costruirla, perché non mi sarei trovato di fronte al problema morale.

Lei dice questo, ma il Progetto Manhattan per la costruzione dell’atomica americana fu concepito e largamente realizzato da profughi dell’Europa fascista, terrorizzati dall’idea della bomba tedesca, forse se voi non aveste mai cominciato a lavorarci…..

Il Progetto Manhattan fu assolutamente indipendente dal nostro lavoro! Fu la conseguenza delle stesse conclusioni che tirammo in Germania. Visto che l’atomica era possibile, noi ci aspettavamo che gli inglesi e gli americani volessero costruirla, e gli Alleati si aspettavano la bomba tedesca, e dettero immediatamente il via al loro Progetto, che fu iniziato per essere certamente più forte di quello tedesco.

Il giorno dopo il lancio dell’atomica su Hiroshima, stando alle trascrizioni di Farm Hall, lei disse: “La storia registrerà che gli americani e gli inglesi fecero una bomba e che allo stesso tempo i tedeschi sotto il regime di Hitler costruirono un reattore utilizzabile. In altre parole lo sviluppo pacifico del reattore ad uranio fu portato avanti in Germania sotto il regime di Hitler, mentre gli americani e gli inglesi svilupparono questa spaventosa arma da guerra”. Ritiene ancora che questo giudizio sia giusto, visto che voi lavoraste alla bomba?

Ci lavorammo, ma giungemmo alla conclusione di non poterla costruire e ne fummo molto felici.