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AL DITTATORE PIACEVA IL PAPA ( English translation not available)

Di Stefania Maurizi

Pubblicato su l'Espresso, 19 luglio 2012

(http://espresso.repubblica.it/dettaglio/al-dittatore-piaceva-il-papa/2187347)

«Santità, la prego di accettare i miei più alti sentimenti di stima e di affetto». A rivolgersi al papa con queste parole solenni è un dittatore accusato di avere le mani lorde di sangue: Bashar al-Assad. Quando la ribellione popolare esplode e il regno del padre padrone della Siria vacilla, Assad si rivolge a Benedetto XVI, ansioso di rinsaldare i rapporti con il Vaticano. A rivelarlo sono i "Syria Files", i 2.434.899 documenti ottenuti da WikiLeaks, che l'"Espresso" pubblica in esclusiva per l'Italia. Il database contiene due telegrammi del leader siriano indirizzati al papa. Portano le date del 12 e del 26 aprile 2011. La rivolta era all'inizio, ma era già finita nel sangue: a Daraa, il 18 marzo, le forze di Assad avevano sparato sui manifestanti, uccidendone quattro. Nella sola giornata del 22 aprile erano stati uccisi oltre settanta dimostranti.

Che i rapporti tra il regime di Damasco e il Vaticano siano buoni non è una novità. In un cablo della diplomazia Usa, pubblicato dall'organizzazione di Assange e che risale al 2002, l'allora ambasciatore americano alla Santa Sede fa notare come il Vaticano tolleri i dittatori del Medioriente che proteggono le minoranze cristiane: come Saddam e Assad. «Poiché Damasco è la sede della Chiesa siriana ortodossa ed è presente una grande comunità cattolica, il Vaticano cerca di avere rapporti corretti e buoni con la Siria», scrive il diplomatico, annotando che papa Wojtyla aveva «sospeso il ritiro quaresimale (una cosa molto rara) per incontrare Assad, durante la visita del presidente siriano a Roma».

Con Ratzinger i rapporti sembrano proseguire all'insegna della cordialità, come dimostrano i file di WikiLeaks. Il 12 aprile 2011 il dittatore scrive a Benedetto XVI un telegramma di auguri per il sesto anniversario del suo papato, sottolineando che «le relazioni di lunga data tra la Repubblica araba siriana e il Vaticano sono una testimonianza dei forti vincoli che uniscono i nostri due popoli. Questo mi rende fiducioso nel fatto che le nostre relazioni si rafforzeranno ulteriormente, sotto la guida di Sua Santità». Due settimane dopo, il leader torna a scrivere a Ratzinger. Nonostante la repressione, la rivolta contro il regime si diffonde. «Santità, ho ricevuto con grande piacere il telegramma in cui lei ha espresso i suoi sentimenti gentili verso il popolo siriano. Mentre la ringrazio per le sue care parole e per gli auguri, vorrei augurarle anche io il meglio per la sua salute e per una lunga e felice vita.