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DILIBERTO TIFA PER ASSAD ( English translation not available)

Di Stefania Maurizi

Pubblicato su l'Espresso, 11 luglio 2012

(http://espresso.repubblica.it/dettaglio/diliberto-tifa-per-assad/2186718)

'Compagni massacratori, siete invitati al congresso dei Comunisti Italiani'. Può sembrare uno scherzo macabro, ma non lo è. A raccontare le relazioni pericolose tra il partito comunista siriano, che sostiene il regime di Bashar al-Assad, e quello di Oliviero Diliberto sono i Syria Files: i 2.434.899 documenti sulla dittatura di Damasco rilasciati da WikiLeaks, che 'l'Espresso' pubblica in esclusiva per l'Italia. I file dimostrano i contatti cordiali tra le due organizzazioni partitiche, rapporti che non si guastano né sembrano diventare problematici neppure quando ormai la Siria è sprofondata in una guerra civile.

Il partito comunista siriano è uno dei pochi ammessi a Damasco, perché fa parte del 'Fronte nazionale progressista' che sostiene la dittatura. Anche quando esplode la rivolta popolare, grida alla cospirazione imperialista e manda mail ai movimenti marxisti di tutto il mondo.

I rapporti con il Pdci sembrano procedere all'insegna dell'amicizia: nel settembre del 2010 i siriani invitano gli italiani al loro congresso, offrendo cibo e ospitalità, ma non «le spese per il viaggio internazionale». Da Roma accettano, preannunciando una lettera di saluti di Diliberto al suo corrispondente siriano, Ammar Bagdache. Comunicano che due rappresentanti voleranno a Damasco per l'occasione: Francesco Francescaglia e Maurizio Musolino, responsabili rispettivamente per gli esteri e per le politiche del Medio Oriente.

Sei mesi dopo, però, la Siria precipita nel caos. Il 18 marzo 2011, le forze del regime cominciano a sparare sulla popolazione di Deraa. Una settimana dopo, il partito comunista siriano riunisce il comitato centrale e analizza la situazione in chiave totalmente ideologica, parlando di un'escalation della «cospirazione imperialista contro la Siria con molte facce e molti partecipanti tra i regimi reazionari arabi con i loro media, che hanno relazioni strette con l'imperialismo». E chiudono con uno slogan: «la Siria non si inginocchierà!».

Intanto la protesta si allarga a macchia d'olio e i soldati di Assad cominciano a sparare sistematicamente sulla popolazione. Il 22 aprile è strage: oltre 70 morti. Il 3 maggio, da Roma Francescaglia scrive ai siriani, comunicando che un articolo del compagno Maghout sulla crisi è stato tradotto per il sito 'Oltre confine', a cura del dipartimento esteri del PdCI e prega i compagni di Damasco di «inviarci direttamente ogni documento che considerate importante e, se potete, tutte le informazioni rilevanti sulla situazione della Siria». La mail si chiude con tanti saluti fraterni, specialmente al segretario e al compagno Osama Maghout.

Intanto il comitato centrale dei comunisti siriani si riunisce ancora: dirama le sue analisi che confermano la «cospirazione imperialista» contro Damasco ed elogiano Russia e Cina per il supporto alla Siria. A luglio il paese è nel caos: la città di Hama, teatro di imponenti manifestazioni contro il regime, rimane sotto assedio per settimane e negli scontri muoiono oltre cento civili. Ma in un'email dell'8 agosto 2011 il partito di Diliberto ricambia la cortesia dell'invito al sesto congresso nazionale del partito dei comunisti italiani. Si terrà a Rimini, i compagni non possono permettersi di pagare «le spese di viaggio o altri costi extra al di fuori dei giorni del congresso».

Il database di WikiLeaks non contiene una sola email in cui Diliberto e compagni chiedono spiegazioni sui massacri e sulle torture del regime, sostenuto dai comunisti siriani. Hanno domandato notizie tramite altri canali o si sono fidati dei comunicati pro-Assad?

La comunicazione più grottesca viene dai giovani comunisti spagnoli, che scrivendo alla controparte siriana spiegano: «vogliamo sapere della situazione delle 'proteste' nel vostro paese. Non possiamo fidarci dell'informazione dei mass media spagnoli e vogliamo avere qualche informazione fidata su questi fatti». Da Damasco rispondono: stiamo lavorando alla traduzione del comunicato del comitato centrale del partito comunista siriano, lo invieremo appena pronto. E da Madrid ringraziano: «Saluti rivoluzionari!».