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QUANTI MILIONI PER I PIRATI (English translation not available)

di Stefania Maurizi

Pubblicato su l'Espresso, 3 agosto 2011

(http://espresso.repubblica.it/dettaglio/quanti-milioni-per-i-pirati/2157556)

Come risolve i sequestri delle navi da parte dei pirati, il governo italiano? La cattura al largo delle coste della Nigeria del mercantile italiano Anema e Core della compagnia Rdb di Torre del Greco ha riportato nei giorni scorsi in primo piano i misteri che sistematicamente riaffiorano nelle storie di pirateria sulle coste di Paesi africani al centro di mille traffici e conflitti.

Ora i file segreti di WikiLeaks, che "l'Espresso" pubblica in esclusiva, permettono di ricostruire la partita dietro il caso del Buccaneer, la nave con dieci italiani sequestrata nell'aprile del 2009 al largo della Somalia, rimasta per quattro mesi nelle mani dei pirati e inizialmente sospettata di trasportare rifiuti tossici, circostanza, però, sempre smentita dall'azienda proprietaria.

Cinque giorni dopo che il Buccaneer è finito nelle mani dei pirati, l'ambasciata americana a Roma invia un cablo segreto a Washington comunicando la gratitudine del governo italiano per il supporto logistico che ha permesso all'Italia di inviare un comando di forze speciali a Gibuti, pronto per un'operazione militare di liberazione degli ostaggi. Ma la crisi del Buccaneer si risolve ad agosto come per miracolo: niente blitz né riscatto.

Qualche giorno dopo, la diplomazia di via Veneto incontra il numero due dell'Unità di crisi della Farnesina, Massimiliano D'Antuono, e cerca di capire com'è andata davvero. D'Antuono, però, fa il vago: "E' stata un'operazione militare, diplomatica e d'intelligence", spiega. Racconta di essere volato in Somalia con Margherita Boniver, inviata speciale per le crisi umanitarie del ministro degli Esteri Frattini e insieme "hanno fatto leva sulla relazione speciale tra Italia e Somalia e sul supporto del governo italiano per il governo transitorio somalo": l'esecutivo debolissimo che dovrebbe tenere le redini di un Paese come la Somalia ormai disintegrato da vent'anni di guerre.

Alle richieste degli americani di saperne di più, D'Antuono fornisce informazioni generiche: "La persona decisiva nelle negoziazioni con i pirati è stato il primo ministro del governo somalo, grazie a vincoli di tipo familiare, di clan e tribali". La diplomazia di via Veneto, però, insiste per andare a fondo e tira fuori il nome di Andrew Mwangura, che sulla stampa ha parlato di un riscatto di 4 milioni di euro: Mwangura è un personaggio a volte dipinto come una sorta di intermediario.

D'Antuono risponde che la Farnesina "lo conosce", ma respinge l'ipotesi di un riscatto. Per quanto la ricostruzione dei fatti sia incompleta, i diplomatici concludono che i soldi sono circolati, ma in forma di supporto al governo somalo: 13 milioni di euro "alle istituzioni e al processo di pace" e "altri fondi attraverso la Cooperazione italiana allo sviluppo". "Un logico scambio per il rinnovato impegno dell'Italia in Somalia", scrivono gli americani, "era che il governo di transizione somalo si muovesse per risolvere la crisi degli ostaggi".

Tra l'altro, l'anno dopo la crisi del Buccaneer, un'inchiesta dell'Onu ha portato a scoprire un oscuro mercato di visti tra l'Italia e la Somalia, che avrebbe permesso a personaggi riconducibili al terrorismo islamico e alla pirateria di transitare per Roma. Il traffico tirava in ballo personaggi di primo piano dell'esecutivo africano.