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LA MONACA DI CUBA (English translation not available)

Di Stefania Maurizi

Pubblicato su l'Espresso, 7 luglio 2011

Viene descritta come "la donna più potente di Roma". Ha accesso diretto al Papa e al cardinale Bertone. Amica della politica che conta e dell'incarnazione del potere democristiano: Giulio Andreotti. E' suor Tekla Famiglietti, Abbadessa generale delle brigidine, un ordine che guida da ben trentadue anni e che dal cuore di Roma, a Piazza Farnese, opera in tutto il mondo. Ha conventi in mezza Europa, in India, Filippine, Indonesia, Stati Uniti, Messico e Cuba. Ed è con lei che gli americani parlano quando vogliono avere informazioni di prima mano sull'isola di Castro, ossessione dell'America di George W. Bush. I cablo di WikiLeaks, che l'Espresso pubblica in esclusiva, raccontano come gli Stati Uniti usano la potente rete di rapporti diplomatici del Vaticano - “seconda solo alla nostra”- per arrivare nelle stanze più segrete del potere mondiale.

“Madre Tekla ci ha detto di lavorare con Licencia Caridad, capo del ministero degli affari religiosi, e con Eusebio Leal Spencer, che Castro ha assegnato alla realizzazione di una nuova struttura per lei. Crede che Spenser può conoscere alcune persone che potrebbero essere di interesse per il governo degli Stati Uniti, come potenziali leader una volta che il governo cambierà”, scrive in un cablo riservato del dicembre 2006 l'ex ambasciatore americano al Vaticano, Francis Rooney. Nelle sue comunicazioni con Washington, il diplomatico sottolinea come la religiosa sia una potenza: “è molto conosciuta a Roma (anche se è considerata controversa) e abbiamo riferito su incontri con lei in passato. Riportiamo questa conversazione perché potenzialmente interessante per le notizie sulla salute di Castro e sui contatti suggeriti”. Rooney incontra l'Abbadessa subito dopo il ritorno di lei da una visita a Cuba: “Ci ha detto che in passato è stata molte volte nella casa di Castro, incontrando normalmente il suo segretario personale, Carlos Valenciaga Diaz. E così voleva fare stavolta, ma Castro era troppo debole e malato. Diaz le aveva detto che Fidel aveva perso venti chili ed è l'ombra di quello che era. Non ha il cancro, ma ha un'emorragia allo stomaco. Una stanza della casa è stata trasformata in una camera d'ospedale”.

L'anno dopo, l'ambasciatore visita di nuovo la religiosa al ritorno da Cuba e ne sottolinea ancora l'autorevolezza: “A Roma parla con il papa, con il Cardinale Bertone e con l'Arcivescovo Filoni (nominato pochi mesi fa alla guida della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, ndr) “ed è una che visita regolarmente Cuba e che sembra avere un buon accesso a Fidel Castro (che a sua volta sembra avere una considerevole influenza su di lei)”. La suora racconta al diplomatico che, quando ha chiesto una quarta struttura sull'isola per missioni di carità, “Castro l'ha spronata a usare il nuovo edificio anche per il culto religioso”. Andreotti, che la frequenta da decenni,  la considera un 'generale di corpo d'armata', ma con gli americani Madre Tekla gioca alla diplomazia, cercando di conciliare i suoi interessi con quelli degli 'amici de L'Avana': “Ha raccomandato il governo degli Usa a rinunciare all'embargo, che secondo lei danneggia il popolo cubano”.