Home page Investigative works

IL PEDOFILO SERIALE IN GITA PREMIO A SAN PIETRO (English translation not available)

Pubblicato su L'espresso, 31 marzo 2010

Sapevano che era un pedofilo seriale, eppure gli hanno concesso un incontro con papa Wojtyla e il privilegio di dire messa a San Pietro, durante una gita in Italia in cui stuprò una delle sue vittime. Il pedofilo seriale è padre Francis De Luca della diocesi di Wilmington, nello stato americano del Delaware, che nell'ottobre scorso ha dichiarato bancarotta, travolta da oltre 140 denunce. Negli Usa, è la settima diocesi in sette anni a fare questa fine. Thomas Neuberger, avvocato che rappresenta 88 delle vittime, è convinto che la bancarotta serva non solo a ritardare il processo, ma anche a insabbiare migliaia di pagine di documenti scandalosi. “L'espresso” ha avuto accesso a questi file choccanti.

Dal 1961 al 2006, De Luca ha abusato di talmente tanti ragazzini, tra i 10 e i 13 anni, da non ricordare neppure il nome del primo. In un documento interno “altamente riservato”, redatto nel 2004 da monsignor Thomas Cini, numero due della diocesi, l'alto prelato ammette che ogni volta che il prete veniva trasferito da una parrocchia a un'altra “era perché probabilmente le autorità diocesane erano a quel punto consapevoli degli abusi”. Le descrizioni degli stupri sono raccapriccianti. “Quella notte”, recitano i documenti, “il giovane Mike giaceva a pancia in giù nel suo letto, aveva problemi a respirare perché De Luca gli stava sopra, si sfregava contro il suo sedere, mentre il ragazzo cercava di divincolarsi. Alla fine lo ha stuprato. Mike crede che in quell'occasione gli furono somministrati alcool o droghe”. In alcune parrocchie della diocesi, poi, c'erano situazioni al limite, tipo al St. John the Beloved, dove il sacerdote viveva in una canonica con altri tre preti, di cui uno, padre Sheehy, che in teoria doveva fare da supervisore, ma era “costantemente ubriaco” e un altro, padre Dempster, era anche lui un pedofilo, che non si fece scrupoli a minacciare i genitori di uno dei minori abusati pur di ottenerne il silenzio. Ma il particolare più agghiacciante è l'indifferenza con cui i bambini venivano mandati al massacro. “A partire dall'inverno del '62 fino al '66 ogni settimana padre Dempster portava un chierichetto nella sua stanza per abusarne. Questo veniva fatto apertamente, in presenza di padre Sheehy, di De Luca, delle domestiche e degli altri preti”. Nel 2006, dopo l'arresto di De Luca, il vescovo è stato costretto a pubblicare i nomi di ben 20 religiosi pedofili, viventi e non, delle sue parrocchie.