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UNA MORTE MISTERIOSA NEL CASO GELMINI (English translation not available)

Pubblicato su L'espresso, 31 marzo 2010

Una morte molto dubbia getta nuove ombre sulla vicenda di don Gelmini. Il procedimento penale contro il fondatore della Comunità Incontro, accusato di violenze sessuali nei confronti di una decina di ospiti della struttura, è fermo all'udienza preliminare. Ma alla fine di agosto uno dei protagonisti chiave dell'affaire è deceduto in circostanze non del tutto chiare. Pierluigi La Rocca, 38 anni, era stato, insieme con Giampaolo Nicolasi, uno dei più stretti collaboratori del sacerdote. Entrambi erano accusati di favoreggiamento dalla procura di Terni: avrebbero tentato di convincere i testimoni a ritrattare le accuse contro don Gelmini in cambio di denaro. Nella serata di sabato 29 agosto, La Rocca viene ritrovato senza vita nella sua abitazione di Amelia (Terni). Sul posto arrivano i carabinieri della stazione locale e poi quelli di Terni. Si capisce subito che il corpo è lì da alcuni giorni. E la stampa locale ipotizza un suicidio per ragioni sentimentali, come confermerebbe un biglietto lasciato prima di una dose fatale di farmaci e droga. Il caso viene trattato come una vicenda di routine: la casa non viene sigillata, anzi si incarica la Asl di bonificare l'appartamento. Solo lunedì 31 agosto La Rocca viene identificato come uno dei protagonisti dell'inchiesta su don Gelmini. E chi lo conosceva bene stenta a credere alla versione del suicidio per amore: “Era uno che sapeva gestire le sue relazioni sentimentali senza drammi”, racconta una fonte che pretende l'anonimato e che dipinge l'uomo come un tipo meticoloso, con l'abitudine di appuntarsi tutto: compleanni, viaggi, impressioni. E dove sono finiti gli appunti? Tra gli effetti personali non risulta alcuna agenda relativa all'ultimo anno di vita di Pierluigi La Rocca.