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GUANTANAMO, GLI PSICHIATRI DENUNCIANO I COLLEGHI COMPLICI (English translation not available)

Pubblicato su “Il Venerdì” de La Repubblica, 14.07.2006

Guantanamo 2002: il detenuto Muhammad Al-Qahtani è sottoposto a interrogatorio monitorato dallo psicologo John Leso. Lo scopo è farlo crollare. Al-Qahtani viene sottoposto a deprivazione sensoriale deprivazione del sonno, umiliazioni e minacce con cani. Legato a una sedia, i medici gli attaccano una flebo. Sarà una droga? Un veleno o una medicina? A Guantanamo anche una flebo può terrorizzare. Ma la flebo è innocua: semplicemente gli spara in corpo litri di soluzione salina e poco dopo Al-Qahtani ha bisogno di un bagno. Fattela addosso, gli dicono. Collassa per ipotermia, unincidente’ a dir poco insolito in un’isola tropicale come Cuba – dove si trova Guantanamo. E di fatto, l’ipotermia è stata indotta volutamente, sottoponendo Al-Qahtani a temperature estreme. Il cuore gli rallenta paurosamente, i medici s’accaniscono per recuperare la frequenza cardiaca. Ce la fanno. Ma l’ ‘incidente’ si ripete e con esso la corsa dei medici. Non un solo dottore ha qualcosa da eccepire sull’accaduto. A protestare sono gli agenti dell’FBI.

Questo è solo uno degli episodi di un’inquietante realtà che sta scuotendo l’America: nell’affaire Guantanamo, i medici militari, gli psichiatri e gli psicologi ci sono dentro fino al collo. E nelle ultime settimane si è registrata una vera e propria levata di scudi da parte dell’Associazione Medici Americani e di quella degli Psichiatri Americani, che hanno rigettato pubblicamente le regole volute in questi anni da Rumsfeld per gli interrogatori. Le regole prevedono esplicitamente il monitoraggio degli interrogatori da parte di medici e psichiatri e, per la prima volta nella storia dell’esercito americano, trasformano i Behavioural Science Consultation Teams (BSCTs) - i vecchi ‘strizzacervelli’ che in passato avevano il compito di valutare l’equilibrio psichico dei soldati americani – in veri e propri team di aguzzini, che sfruttano le proprie competenze per far crollare il detenuto con un mix di torture fisiche e psicologiche. “E’ una policy inaccettabile, che viola tutti i codici etici della professione medica”, ci spiega il professore Jack Geiger, fondatore di Physicians for Human Rights (Medici per i diritti umani) nonché vera e propria leggenda della medicina dei diritti umani. Sia Geiger che il grande psichiatra americano Robert J. Lifton ci ricostruiscono con pazienza tutte le convenzioni internazionali che da 50 anni a questa parte i medici hanno adottato per impedire il ripetersi dell’orrore dei dottori nazisti e dei loro crimini abominevoli sui detenuti dei lager. Pare incredibile, ma Rumsfeld è riuscito nell’impresa - peraltro non facile - di violare tutte le regole fondanti dell’etica medica in un colpo solo.

E per rendersene conto, basta leggere un libro fresco di stampa in America, ma già al centro di mille polemiche: “Oath Betrayed”, ovvero ‘Il Giuramento tradito’, dove il giuramento è ovviamente quello di Ippocrate. Scritto da un grande esperto americano di etica medica, il dottor Steven H. Miles, il libro lascia parlare i fatti e ricostruisce tutto quello che, ad oggi, ci è dato sapere: il ruolo inquietante dei BSCTs di Guantanamo, lo scandalo dei certificati medici falsificati per far sparire ogni riferimento alla morte per tortura dei detenuti di Abu Ghraib, la cattiva coscienza del personale sanitario che, anche quando non è coinvolto direttamente negli abusi, omette di denunciarli, imbottisce di Prozac i soldati americani coinvolti nelle atrocità oppure li organizza in club di alcolisti anonimi. Perché anni di atrocità non scivolano via come l’acqua, senza lasciare un segno: devastano anche la vita di chi le pratica.